La leggenda sui presunti “silenzi” di Pio XII verso l’antisemitismo nazista resiste ancora oggi, nonostante si sia ampiamente dimostrato il contrario, come si può vedere accennato anche nel nostro “archivio di notizie“.
La cosa che sorprende maggiormente è che i più grandi difensori di Pio XII siano gli ebrei stessi. Un esempio è la Fondazione Pave the Way (www.ptwf.org) , fondata dall’ebreo statunitense Gary Krupp, la quale ha raccolto tantissimo materiale inedito che ha contribuito a portare luce sulla verità dell’operato di Papa Eugenio Pacelli. Al ritrovamento degli ultimi documenti, presentati sinteticamente dall‘agenzia Zenit, ha partecipato anche Ronald Rychlak, docente di Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Mississippi e autore di alcuni libri su Pio XII. Visitando il sito della Fondazione si può avere accesso a circa 46.000 pagine di articoli informativi, documenti originali, materiale di ricerca e testimonianze oculari che confermano l’opera di aiuto di Pio XII agli ebrei.
1) Un primo documento è la corrispondenza tra sir D’Arcy Osborne, rappresentante britannico presso la Santa Sede, e Myron Taylor, rappresentante del Presidente statunitense Roosevelt presso il Vaticano. Nel testo, firmato dall’assistente di Taylor il 7 novembre 1944 alle 12.45, si spiega che D’Arcy Osborne «chiamò e disse che aveva paura che il Santo Padre lanciasse un appello via radio a favore degli ebrei d’Ungheria e che nel suo appello criticasse ciò che i russi stavano facendo nei territori occupati». Aggiunge il diplomatico statunitense: «Sir D’Arcy disse che bisognava fare qualcosa per imporsi al Papa e far sì che non si esprimesse, perché ciò avrebbe avuto ripercussioni politiche molto gravi».
2) L’ebreo Krupp ha poi trovato un altro documento: si tratta di una lettera di D’Arcy Osborne del 20 aprile 1944, inviata all’assistente di Myron Taylor, dove si chiede di distruggere i documenti inviati per aiutare organizzazioni statunitensi ebraiche, perché ciò avrebbe potuto mettere in pericolo la vita di quanti li avevano consegnati, e in concreto menziona il pericolo che corre un sacerdote di nome “Benedetto”. Krupp osserva che «questo gesto fu compiuto comunemente durante la guerra, e ci sono ancora dei critici che sembrano non comprendere che è il motivo per il quale tanti ordini scritti vennero distrutti».
3) Altri documenti sono stati trovati negli archivi dell’agenzia internazionale JTA (Jewish Telegraph Agency). Un dispaccio d’agenzia del 28 giugno 1943 informava delle denunce di “Radio Vaticana” relative al trattamento che stavano ricevendo gli ebrei in Francia. Nel numero pubblicato il 19 maggio 1940 dalla rivista “Jewish Chronicle” di B’nai B’rith (un’associazione ebraica di azione sociale), Pio XII appare in copertina e l’articolo rivela come il Papa stesse contrattando professori ebrei già espulsi dalle istituzioni italiane a causa delle leggi razziali di Mussolini. Il 15 gennaio 1943, la JTA informava che le autorità naziste avevano proposto di lasciare in pace la Chiesa cattolica se fosse rimasta in silenzio di fronte al trattamento riservato agli ebrei. L’arcivescovo di Lione, Pierre-Marie Gerlier, rispose così: «Lei non sa che il Santo Padre (Papa Pio XII) ha condannato le leggi antisemite e tutte le misure antiebraiche».
4) Un ennesimo documento è ritrovato nel numero del 5/2/43 della rivista ebraica “Advocate”, in cui un articolo titola: “Cardinale ungherese attacca le teorie razziali”, in riferimento al duro discorso pronunciato dal Cardinale Jusztinián Györg Serédi, Arcivescovo di Esztergom-Budapest. Il pronunciamento ricevette eco su Radio Vaticana, e condannava con forza le teorie razziali naziste e chiedeva che l’Ungheria proteggesse «tutti coloro che sono minacciati a causa delle loro convinzioni o della loro razza». Sulla stessa pagina si può leggere un breve articolo in cui si spiegava come l’ateo Mussolini stesse rendendo le leggi razziali meno dure per poter riprendere le relazioni con il Vaticano.
5) L’ultimo documento è stato trovato sul “Jewish Chronicle” di Londra del 9 settembre 1942, dove si informa che Joseph Goebbels, ministro della Propaganda della Germania nazista, aveva stampato dieci milioni di opuscoli in varie lingue, che vennero distribuiti in Europa e in America Latina, condannando Pio XII per la sua posizione a favore degli ebrei.