Ecco chi paga il prezzo dei tagli, mentre a Cortina ci si indigna per le verifiche dell'agenzia dell'entrate

Creato il 14 gennaio 2012 da Asinistra
Mi è stata segnalata una notizia che ha come protagonisti due studenti idonei alla borsa di studio erogata dalla regione Piemonte.
La regione Piemonte, taglia i fondi destinati all'istruzione.
I due giovani impossibilitati a supportare spese che avrebbe coperto la borsa di studio vengono sfrattati con l'uso della Polizia.
Gli studenti Torinesi si riuniscono e in corteo vanno ad occupare la casa dello studente di via Verdi che è in stato di abbandono da anni.
Il presidente pidiellino dell'EDISU (ente regionale per il diritto allo studio) definisce l'occupazione un "atto di violenza"
Prima di riportare i due dettagliati articoli faccio una considerazione:
Se per riuscire a garantire il diritto allo studio e per difendere la cultura in questo paese, dove pezzi della società si indignano per le ispezioni dell'agenzia delle entrate a Cortina, o applaudono per la sfacciata immunità garantita ad un amico di camorristi, necessita disobbedire. Orbene....evviva la disobbedienza!

Studenti senza borsa?
Ci pensa la polizia 



Paura, disgusto, rabbia. Cosa altro si può provare leggendo le notizie che arrivano da Torino?
Due ragazzi, fratello e sorella, 21 e 19 anni: studiano al Politecnico, in cui fino a pochi giorni fa era rettore l’ora ministro Profumo. Secondo l’EDISU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte) hanno pieno diritto alla borsa di studio, ma per l’assessore regionale Elena Maccanti (Lega Nord) le borse “sono soldi sprecati che la Regione toglie ad anziani e a malati, non è pensabile che in questi tempi di economie la Regione stanzi altri fondi sul diritto allo studio universitario”.
E così Amna e Khaled, ad anno accademico iniziato ormai da mesi, apprendono che la borsa che gli spetta non arriverà mai. Il padre mantiene altri quattro fratelli e non può pagare la retta: gli studenti non riescono a rassegnarsi e così, dopo qualche giorno, a risolvere il problema viene chiamata la polizia. Ora le loro cose sono in un magazzino, i loro sogni invece sono in frantumi. >>...Leggi tutto




Edisu, primo sfratto dopo 
la borsa di studio negata
Due studenti non hanno i soldi per pagare la residenza universitaria, la polizia li sgombera. Anna e Khaled sono arrivati a Torino a settembre certi di avere i requisiti per ottenere il sussidio. Poi la delusione
di OTTAVIA GIUSTETTI
"Non volevamo lasciare la stanza alla residenza perché non abbiamo un posto dove andare, siamo venuti in questa città convinti di ricevere la borsa di studio e il posto letto visto che nostro padre ha una pensione di 450 euro euro al mese e sei figli da mantenere. Ci hanno mandati via con la polizia, e per avere una stanza siamo finiti a Vercelli. Non abbiamo i soldi sufficienti per il biglietto del treno ogni giorno, può sembrare incredibile ma è così. Non so proprio come faremo". Amna e Khaled Ben Ayed sono due fratelli di 19 e 21 anni.
Il loro paese di origine è la Tunisia e sono iscritti entrambi al Politecnico dove frequentano il primo anno di Ingegneria informatica. Amna parla inglese e francese. Di italiano ancora poche parole."Hanno chiamato la polizia per farci lasciare la stanza racconta la ragazza non avevamo aggredito nessuno, ci hanno detto i responsabili dell'Edisu che si fa sempre così, che chiamano le forze dell'ordine quando devono convincere gli studenti a lasciare l'appartamento perché non ne hanno più diritto".  >>...Leggi tutto
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