Ecco, io dormo qui. La signora sposta la tovaglia e mostra le coperte e i cuscini messi sotto il tavolo. Ci troviamo in una casa popolare, nel quartiere Boschetto, a Cremona. Non c’è riscaldamento, né acqua, né luce. L’Aem ha tagliato l’ultima utenza, il gas, a settembre. La signora, che vive da sola, si sveglia ogni mattina in preda ai dolori del freddo. Ci riceve avvolta da una coperta, con una berretta in testa. E’ malata, ma può permettersi la tachipirina solo quando la febbre supera i 38 gradi. L’unica luce per lei è quella delle candele, lasciate su una mensola. Si vede sul muro la traccia nera lasciata dal fumo. La casa è fredda, la camera da letto non viene più usata. Ci sono troppi spifferi, non riesco a stare qui, spiega l’inquilina. La casa fa parte di un condonimio Aler costruito subito dopo la seconda guerra mondiale. La donna ha poco più di trent’anni, la licenza media, negli anni scorsi ha lavorato come barista e cameriera, ora deve accontarsi di posti precari, lavoretti saltuari, quel che trova. Non vuole mostrare il proprio volto né dire il suo nome, ma far conoscere il suo caso, dire che quel che ha lo spende per comprare candele, salviettine, scottex, per ammettere che non saprebbe come fare senza il sostegno di amici, di una signora che le fa una parte del bucato, e che ci sono persone che si lamentano degli aiuti scarsi che dà l’amministrazione mentre lei non riceve nulla. Ma non è l’assistenza il rimedio, per lei. L’unica speranza è trovare un lavoro, che ridia soprattutto dignità e fiducia nonostante tutto: la signora lo dice forte, con la voce resa roca dal raffreddore che sembra non passare mai. Il Comune ha affidato il suo caso a un’assistente sociale, ma per motivi che non conosciamo la signora non ha alcuna forma di sostegno, tranne quello della Caritas, che la sostiene nel pagamento del debito verso Linea Più, cioè l’Aem, e quello del padre, pensionato, con una pensione di mille euro e un affitto.
E’ stato il genitore ha versarle l’assegno, per evitare che la figlia venisse inserita nella fascia sei, con affitto da 200 euro, come previsto per le persone senza alcun reddito dimostrato.
Allora non resta forse alla più abbandonata degli inquilini Aler che accettare lavori occasionali, per mettere insieme forse 300 euro al mese, con i quali sopravvivere. E sperare.