Alla fine del 2011 la classifica delle città più indebitate vedeva al primo posto Milano con 3.931 milioni di euro (avete letto bene, quasi QUATTRO MILIARDI DI EURO), quindi Torino con 3.200, Napoli 1.589, Genova 1.328, Roma 1.149, Catania 522, Firenze 495, Verona 409 e Palermo 338. Un qualunque sindaco sotto il peso di questi debiti, come un buon padre di famiglia, non dovrebbe dormire di notte. Quando il debito di un’amministrazione cresce, aumentano le tasse comunali e le tariffe delle municipalizzate, come i trasporti pubblici a Milano, e diminuiscono i servizi ai cittadini. Un Comune può avvitarsi, finire in bancarotta e commissariato come Parma e recentemente Alessandria. Potrebbe succedere nel 2013 alle città più indebitate. L’unica risorsa prima del crack è vendere i beni del Comune (o meglio dei cittadini) all’asta, come avviene a Torino. Eletto lo sindaco, gabbato lo santo. Se un’azienda va in bancarotta, il titolare finisce in galera. Se un Comune va in bancarotta, il sindaco finisce in Parlamento e, magari, diventa pure ministro.
Questo scrive Beppe Grillo nel suo celeberrimo blog, commentando l’impegno crescente dei Sindaci di città come Milano, Firenze e Napoli per le primarie del PD e la prossima campagna elettorale. Non voglio addentrarmi nella vicenda politica, ma riporto e sottolineo i dati allarmanti (fonte Sole 24 Ore).