Il “Washington Post”, uno dei quotidiani più diffusi nel mondo, sta ultimamente pubblicando diversi articoli di Vasko Kohlmayer, un convertito al cristianesimo, nato e cresciuto sotto il comunismo e l’ateismo di stato sovietico. Abbiamo già ripreso uno suo articolo sulla contraddizione della posizione atea in Ultimissima 11/11/11.
Alcuni articoli sono poco efficaci, come questo, altri invece sono sicuramente più interessanti. E’ il caso di quello pubblicato il 12 novembre scorso, sempre sul prestigioso quotidiano americano, nel quale affronta il vecchio argomento del “Chi ha creato Dio?” che viene fatto resuscitare ancora oggi da qualche anti-teista (che però contemporaneamente si fa chiamare inspiegabilmente “New Atheist”). Kohlmayer inizia ad affrontare il discorso dicendo che “tutto ciò che comincia ad esistere deve essere causato da qualcosa”. Indipendentemente dai tentativi di Hume, oggi il principio causa-effetto è alla base della mentalità scientifica. Dal momento che l’universo ha cominciato ad esistere -nel Big Bang, dicono oggi gli scienziati- l’universo deve aver avuto una causa. Il cristianesimo ha sempre sostenuto che è Dio ad aver creato l’Universo e la descrizione del Big Bang richiama in modo inequivocabile quella che, assolutamente senza alcuna pretesa scientifica, viene data nella Genesi. Per tentare di controbattere a questa evidenza, gli anti-teisti si sono divisi in due gruppi (non per forza distinti): (1) c’è chi sostiene che l’universo abbia potuto emergere dal nulla in modo casuale e (2) chi obietta che, se l’universo deve avere avuto una causa, allora deve averla anche Dio. Se Dio non è stato creato, dicono, allora nemmeno l’universo ha bisogno di essere creato. Ci si concentra ora su questa seconda obiezione.
San Tommaso d’Aquino ha già risposto in modo impeccabile a questa critica sostenendo la Causa incausata: partendo dall’esigenza metafisica secondo la quale la contingenza degli enti implica l’essere necessario assoluto (e non un necessario relativo), ha detto: «Se dunque l’ente da cui una cosa è mossa è a sua volta mosso, è necessario che sia mosso da altro e questo da altro ancora: ma non si può così procedere all’infinito, perché allora non vi sarebbe un primo motore e per conseguenza non vi sarebbe nessun motore, in quanto i motori secondi non muovono se non sono mossi dal primo [...]. Perciò è necessario giungere a un primo motore non mosso da altro: in esso tutti riconoscono Dio». Si tenga conto che il termine “motus” indica per Tommaso il “divenire”, la “mutazione continua delle cose”, ovvero il passaggio dalla potenza all’atto, partendo dalla limitatezza e contingenza di ogni ente. Solo Dio è l’Essere perfetto che non “si muove”, dunque non può perdere o acquisire una sua perfezione entitativa. Non è un moto “fisico” quello postulato da Tommaso e dunque le critiche che gli sono state fatte si sono basate su un fraintendimento e non sono da ritenersi valide. «Dunque è necessario porre una prima causa efficiente che tutti chiamano Dio», sostiene l’Aquinate. Tommaso distingue la Causa prima dalle cause seconde, la necessaria causa prima deve essere incausata, perché se non lo fosse ci sarebbe un’altra causa e quindi non sarebbe più la prima.
Tuttavia il pensatore russo Kohlmayer, naturalizzato americano, non svaluta l’argomento “Chi ha creato Dio?” partendo direttamente da Tommaso (anche se si muove in modo parallelo), ma sostiene che tale obiezione sia sbagliata sostenendo l’evidenza che non c’è alcun bisogno di avere una spiegazione della spiegazione per riconoscere logicamente che una spiegazione sia la migliore spiegazione. Per farsi spiegare meglio utilizza questa analogia: «Immaginate che la NASA invii una sonda su Plutone. Dopo anni di viaggi nelle profondità del sistema solare, la sonda finalmente atterra sul pianeta. Nel filmato che viene registrato si vede quello che sembra essere un deposito di rottami di un complesso macchinario. Tutti dovremmo concludere immediatamente che questo apparecchio è stato costruito e messo lì da qualcuno, da qualche civiltà avanzata». Questa sarebbe la spiegazione migliore e più logica e non abbiamo alcun bisogno di spiegare “qual’è”, “chi è” o “come è nata” questa civiltà avanzata per affermare che si tratta della spiegazione migliore alla domanda “Chi ha creato quel macchinario?”. «Rifiutare questa conclusione sulla base del fatto che non sappiamo nulla circa i creatori», continua Kohlmayer, «sarebbe un errore logico». La stessa logica vale per “l’argomento cosmologico”.
Conclude quindi suggerendo una strada migliore e più efficacie agli anti-teisti: «Coloro che vogliono mettere in discussione questo argomento in modo logicamente valido dovrebbero mettere in discussione le sue premesse, ovvero cercare di dimostrare che qualcosa può venire all’esistenza senza una causa [come ha tentato di fare recentemente con pessimi risultati Stephen Hawking] o che l’universo esiste da sempre e non ha bisogno di una causa. Dire che “l’argomento cosmologico” non è valido perché non spiega l’origine di Dio è solo una scappatoia per evitare l’ovvia conclusione a cui conduce l’argomento. Tale conclusione è questa: l’universo è stato posto in essere da una Causa trascendente, che noi normalmente chiamiamo Dio».