Alle 12 di oggi è scaduto il termine per la presentazione della dichiarazione di disponibilità alla candidatura; per quanto riguarda le candidature ufficiali corredate dalle relative firme, la scadenza è fissata per le dodici di domenica 25 novembre.
Al momento i candidati al posto di Capitano Che Non Potrà Abbandonare La Nave sono 11. Una squadra di calcio, piuttosto scarsina a dire il vero.
Primo della lista, Angelino Alfano, già Guardasigilli e Segretario del Pdl. Poco o niente di sporco nel suo curriculum, tranne un bacetto a un mafioso durante un matrimonio e la dichiarazione di un pentito, Ignazio Gagliardo, che nel 2009 lo ha accusato di aver chiesto aiuti elettorali alla mafia.
Vittorio Sgarbi. Esempio di politico che è stato un po’ con tutti, il caro Sgarbi di bello ha solo il nome. Ci si chiede francamente come possa candidarsi alla guida del terzo/quarto partito del Paese una persona che è stata ritenuta dai giudici incandidabile in virtù dell’art. 143 d.lgs 267/2000 che prevede l’incandidabilità al primo turno elettorale utile per gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose (Sgarbi era sindaco di Salemi, comune sciolto per mafia nel marzo 2012).
Sgarbi è stato condannato per:
1) Diffamazione contro Caselli e Orlando (prescritta in Cassazione).
2) Assenteismo e produzione di documenti falsi.
3) Diffamazione aggravata contro Caselli e il pool di Milano.
4) Ingiurie contro Marco Travaglio.
5) Diffamazione contro Roberto Reggi.
6) Diffamazione contro Raffaele Tito.
7) Ingiuria contro Gianfranco Amendola.
8) Diffamazione contro Ilda Boccassini (confermata in Cassazione).
Giancarlo Galan. Nel 2011 Il Secolo XIX ha criticato l’infornata di nomine all’ultimo minuto, a seguito delle dimissioni del governo Berlusconi IV, con le quali Galan ha posizionato politici e giornalisti di area di centrodestra nelle commissioni e enti che fanno capo al MiBAC. Fedele al capo: “Se Berlusconi facesse una sua lista, io starei con lui”. Ha annunciato la sua candidatura tramite un tweet.
Alessandra Mussolini. Nipote di Benito, Ale sa sfoggiare tutta la sua diplomazia con frasi di questo tipo: (parlando di Luxuria) “Si veste da donna e crede di poter dire tutto quello che vuole… meglio fascista che frocio”. La sua candidatura è sostenuta da Storace, il che basterebbe a renderla non candidabile.
Giorgia Meloni. Dovrà fare due conti con i dipendenti che gestiscono la pagina facebook, che l’hanno resa lo zimbello della rete pubblicando questa foto.
Alessandro Cattaneo. Sindaco di Pavia, ha deciso di candidarsi per formattare il Pdl (fin qui tutto bene, tutti vogliamo formattare questa penosa esperienza). Nel tempo libero fa l’arbitro e sicuramente porterebbe un cambiamento enorme alla guida del Pdl: dopo il paron del Milan, il centrodestra dovrebbe essere guidato da un interista.
Daniela Santanché. Francamente non crediamo che vi sia bisogno di una critica o di una presentazione.
Guido Crosetto. Elemento di protesta all’interno del Pdl da diversi anni, Crosetto ha avuto qualche problemino legato a un’incompatibilità d’incarico (era deputato e presidente dell’aeroporto di Cuneo), subito risolta dall’abbandono della carica di presidente.
Michela Biancofiore. Abbastanza legata al Santo Papi, la Biancofiore è divenuta celebre nelle ultime settimane grazie alla sua uscita riguardante la crisi: “ La povertà? Ma quando mai. In un bar di Roma c’era gente che beveva un cappuccino.”
Alfonso Marra. Ha usato come testimonial Ruby, Lele Mora e Sara Tommasi.
Alessandro Proto. Consulente per intermediazioni mobiliari e immobiliari, il Sole24Ore ne parla così:
Pende su di lui un esposto da parte di Mediobanca per falso in scrittura privata in occasione del collocamento del 10% di Tod’s, in cui Proto avrebbe, a suo dire, acquistato il 2,8%. Il fatto è di due anni fa, ma a oggi non risulta l’apertura di nessun procedimento giudiziario contro Proto. «Non ne so nulla, non ho avuto nessuna comunicazione a oggi. Per me la storia non esiste», spiega Proto. Che si rende conto che dovrà «dare trasparenza» delle sue attività, «ma non ora».
Be’, sarebbe ora.
Giampiero Samorì. Di lui Dell’Utri ha detto: ”E’ una brava persona”. Ha avuto un padrino politico nella prima Repubblica (Andreotti), è intimo di Dell’Utri, ha soldi da spendere, è un editore, “si è fatto da solo”, ha ricevuto pesanti accuse di collusione e ha creato un partito dal nulla. Chi vi ricorda?
Con tutto il rispetto per i candidati (in particolare Crosetto), questa mi sembra l’ora giusta per dichiarare fallito il penoso esperimento chiamato Pdl e provare a far ripartire il centrodestra da persone non legate a Berlusconi.
Vittorio Nigrelli