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Echi caravaggeschi in puglia

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Chi ha vissuto in estate l’emozione forte dell’enigma dei due San Francesco in meditazione ed i misteri apparenti che circondano le due opere, valore d’insieme 52 milioni di euro, non può sottrarsi alla nuova tentazione che Antonio Cassiano, direttore del museo provinciale Sigismondo Castromediano, propone per Natale.
Gli Echi caravaggeschi in Puglia, proposti come l’enigma nella chiesa di San Francesco della Scarpa, rappresentano infatti l’esaltazione assoluta in materia pittorica di Lecce nella prima metà del 1600. La città ed il Salento tessono in quel periodo un fil rouge con Napoli capitale, un filo sul quale la maestria di Paolo Finoglio prima e Jusepe de Ribera dopo creano opere destinate non solo ai nobili e ricchi committenti ma alla storia di questa regione.
E con essi tutti gli artisti convocati in Terra d’Otranto per allestire un tesoro ancora oggi in larga parte patrimonio del territorio.
Il catalogo di 145 pagine descrive, compendia ed arricchisce una mostra di arte vera nella quale il visitatore è pronto, ancora una volta, a farsi rapire nel segno degli allievi di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.

Dopo essersi macchiato dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni, avvenuto il 28 maggio del 1606, Caravaggio è costretto alla fuga. Nell’autunno nel 1606 è a Napoli dove incontra il favore dei pittori e dei committenti locali.
Nell’estate del 1607 a Malta, ma ancora una volta è costretto a fuggire in Sicilia dove è documentato a Siracusa, Messina e Palermo. Nella primavera del 1609 torna a Napoli.
I due soggiorni napoletani del Caravaggio condizionano il modo di dipingere di molti giovani artisti: Battistello Caracciolo, Carlo Sellitto, Filippo Vitale, Massimo Stanzione e Paolo Finoglio.
Ma anche artisti di lungo corso come Bernardo Azzolino e Fabrizio Santafede introducono nelle loro opere, ancora tardo manieriste e improntate su modelli devozionali, un uso nuovo della luce e delle ombre, giungendo così ad una sorta di “realismo riformato”.
 


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