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Editori e Blogger: una relazione complicata

Creato il 14 febbraio 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Editori e Blogger: una relazione complicata

Pubblicato da Alessandra Zengo Cari lettori, 
riprendiamo la "discussione" iniziata con il post Blog e libertà di parola di qualche settimana fa, nel quale riportavamo (e commentavamo) un fatto avvenuto all'estero in merito al romanzo Tempest di Julie Cross, che metteva in luce il precario equilibrio esistente tra casa editrice e blogger. E' di questa mattina un articolo apparso su Sul Romanzo, nel quale Morgan Palmas racconta la sua esperienza con "un importante editore" con cui collabora in veste di agente letterario.
“Palmas, ho letto sul blog la stroncatura a un nostro autore, stia attento perché si rischia, quando si esagera, di crearsi attorno terra bruciata, e siccome sappiamo entrambi che Sul Romanzo è e sarà sempre più al centro dell’attenzione anche per il festival che sta organizzando per luglio nel vicentino, mi dispiacerebbe dover fare cadere nel vuoto gli accordi che abbiamo preso fra il nostro editor e la vostra agenzia”.
In seguito ad una stroncatura, quindi, l'editore – pare  abbia deciso di "mettere in guardia" l'amministratore del sito: ancora stroncature pesanti e il nostro rapporto sfuma. Il caso di Sul Romanzo però rappresenta un unicum nel mondo dei blog letterari dato che è anche un'agenzia letteraria. L' "intimidazione" dell'editore assume quindi tutt'altro significato. Non si tratta più solo di mandare delle copie staffetta per la recensione, ma di una collaborazione fondamentale per un'agenzia letteraria che si basa proprio sul rapporto con gli editori. Tralasciando i dettagli del caso  con le annesse implicazioni del conflitto di interessi che emerge quando si vuole avere un blog letterario di critica indipendente E un'agenzia letteraria vogliamo generalizzare e, partendo da questo fatto, parlare in generale del rapporto blogger-editore. 
Editori e Blogger: una relazione complicata Il blogger infatti non è una figura professionale riconosciuta come un giornalista, che viene pagato per fare il suo lavoro, ma non è nemmeno totalmente scevro da implicazioni di varia natura come un comune lettore. Molte possono essere le influenze esterne  volenti o nolenti, inutile negarlo. Il suo ruolo però è quello di "mediare" tra la casa editrice – che sempre ci appare così distante e appartenente ad un altro mondo – e il lettore, che si deve destreggiare tra migliaia di uscite in libreria, senza però mai dimenticare l'onestà e la sincerità che DEVE contraddistinguerlo. Una persona sceglie di diventare un blogger spontaneamente: nessuno gli punta alla testa una pistola, pronto a sparare, se non lo diventa. Anzi. Deve essere mosso da passione e interesse per il mondo della letteratura e il suo primo e primario obiettivo è quello di garantire ai propri fedeli lettori una critica indipendente, un consiglio spassionato che non venga intaccato dal rapporto con gli editori con cui collabora. Credo che il ricevere copie staffetta per le recensioni – per quante un blogger possa riceverne non sia abbastanza per tradire la fiducia dei lettori. Anche perchè l'esistenza di un blog si basa proprio sul suo bacino di lettori, e non certo su una aleatoria collaborazione con un editore, che casomai è un surplus. 


Ovviamente non è MAI così. Conoscendo da un po' e da vicino il mondo dei blogger – faccio parte io stessa di questa categoria, nonostante io scriva ben poche recensioni – vi posso assicurare che anche solo la prospettiva di ricevere libri AGGRATISE – come direbbe la mia collega Stefania alletta più di qualche lettore che, prontamente, si improvvisa blogger. Il suo obiettivo, quindi, sarà mantenere la fiducia del lettore, promuovendo una critica libera e indipendente, oppure far contento l'editore con recensioni sempre positive o– se proprio il libro è una cagata colossale illeggibile– un blando commento sulle potenzialità dell'autore etc? Non a caso appena il mondo dei blogger ha conosciuto l'opportunità di ricevere copie staffetta per le recensioni, risparmiando così un po' di soldini sull'acquisto dei libri – ricordiamo che, insomma, stiamo vivendo una crisi economica  il numero dei booksblogger è esponenzialmente cresciuto. E non è stata una coincidenza. 


Perciò quando un blogger legge un romanzo deludente e che non l'ha entusiasmato ha tre possibilità:
1. Stroncare il libro. E con stroncare non intendo gli interventi da troll, con annesse offese all'autore, ma una critica costruttiva – il che implica una buona argomentazione  e il più possibile obiettiva, che individui i REALI difetti del libro. 
2. Non scrivere alcuna recensione negativa. Così da non intaccare la preziosa collaborazione con l'editore, che ci fa il grande favore di mandarci libri. (Parliamoci chiaro, i blogger potrebbero benissimo – e meglio anche – esistere anche senza ricevere nessun libro, così da evitare conflitti di interessi che comunque non dovrebbero sussistere se il recensore mantiene il giusto distacco nei confronti della propria attività).
3. Scrivere una recensione addomesticata che equivale, nel caso peggiore, ad una lode sperticata verso un libro non meritevole oppure, nel caso migliore ad una recensione che, chissà come, tralascia gli aspetti negativi per mettere in risalto le – poche caratteristiche positive. 


Aldilà dell'evidente conflitto di interessi che presenta la situazione di Sul Romanzo, sarebbe cosa buona e giusta che le case editrici riconoscessero il diritto/dovere all'indipendenza ai blogger a cui si rivolgono – evitando subdole forme di pressione; e questi ultimi dovrebbero acquistare maggior consapevolezza del proprio ruolo di filtro imparziale nei confronti dei lettori. 


E voi lettori cosa ne pensate? 

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