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Editoria in crisi, ecco la conferma: a settembre cala a picco la diffusione dei quotidiani

Creato il 19 ottobre 2010 da Kobayashi @K0bayashi

La si sente nominare talmente tante volte che è quasi diventato un modo di dire astratto, la cosiddetta “crisi dell’editoria”, tanto che non si contano più le analisi e i ricami dialettici per descriverla, eppure mai come oggi essa è tangibile e fragorosa: a riportare tutti alla dura realtà ci pensano infatti i numeri, davvero impietosi, trasmessi dagli editori alla Fieg e relativi alle diffusioni dei quotidiani cartacei nel mese di settembre.

diffusione_quotidiani_settembre

Come si evince nel chiarissimo prospetto preparato da ItaliaOggi, che conferma sostanzialmente il mantenimento degli stessi rapporti di forza editoriale nella top ten del paese (con Corriere della Sera, Repubblica e Gazzetta dello Sport sui primi 3 gradini del podio), la prima cosa che salta all’occhio è il crollo di tutte le diffusioni delle maggiori testate italiane, con picchi negativi tra il mese appena trascorso e l’analogo periodo del 2009 che raggiungono addirittura le due cifre percentuali nel caso di Libero (-13%), che perde 15.811 copie in un anno. Non va tanto meglio al Sole24Ore, che accusa una flessione del 9% e lascia sul campo 24mila copie, e alla Gazzetta dello Sport, terza per diffusione assoluta e ribasso percentuale (-7,9%) ma prima per numero di copie perdute, quasi trentamila.

Oltre 27mila copie in meno per Repubblica, che mantiene la seconda piazza ma subisce un calo del 5,6% rispetto a 12 mesi fa, mentre il Corriere contiene l’emorragia a 17.612 copie limitando i danni al 3,4% di ribasso su settembre 2009 e garantendosi ancora il primato del settore, pur scendendo sotto la soglia (anche psicologica?) delle 500mila copie. Crolla anche Il Giornale, a -6,8% e quasi -15mila copie, mentre tutto sommato può bearsi dello scampato pericolo La Stampa, che pure cede il 2,1% e deve dire addio ad una media di 6mila copie.

Chi resiste di più sembra essere Avvenire (-0,5%), che mantiene sostanzialmente invariate le sue quasi 100mila copie di diffusione su base mensile, così come Il Messaggero che deve rinunciare “soltanto” allo 0,8% della sua forza editoriale, che si traduce in una variazione negativa di 1.500 copie.

(tabella via Pierluca Santoro su FF)


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