Il lavoro di sensibilizzazione al diritto al cibo e di educazione a una sana e corretta alimentazione parte dai banchi di scuola.
(news.you-ng.it)
Prodotti sostenibili, dal punto di vista sociale e ambientale, cibi sani, locali e di stagione, ma preferibilmente biologici, nessuno spreco, per avere una mensa trasparente, dove bambini e genitori sono i veri protagonisti: è questa la ricetta di ActionAid per una mensa scolastica sostenibile.
In Italia il 50% dei bambini con meno di 14 anni mangia in una mensa scolastica. In media ogni studente consuma circa 2.000 pasti (dati FIPE) a mensa nel corso del ciclo scolastico obbligatorio a cui vanno aggiunte le merende fornite sempre dagli istituti. A scuola si consumano 380 milioni di pasti ogni anno, oltre due milioni di pasti al giorno, con un fatturato pari a 1,3 miliardi di euro l’anno (dati Rapporto annuale FIPE-ANGEM 2011) e sono 15 le maggiori aziende che forniscono circa la metà dei pasti nelle mense di tutta Italia (dati Bio Bank).
“Per ActionAid, migliorare la ristorazione scolastica è un’occasione da non perdere – spiega Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid – perché consente di stimolare le istituzioni a promuovere il diritto a un cibo sostenibile e di lavorare con famiglie, bambini e insegnanti; iniziare a parlare di sostenibilità partendo proprio dalle scuole significa costruire una generazione di consumatori consapevoli, che decideranno di alimentarsi in modo sano e allo stesso tempo saranno più attivi nel promuovere un sistema di produzione e distribuzione del cibo più giusto. La mensa che vogliamo è una mensa che utilizza prodotti sani, a basso impatto ambientale, preferibilmente biologici, senza OGM, stagionali e, dove possibile, prodotti localmente in modo da ridurre il numero di passaggi tra produttori e consumatori. In Italia assistiamo a segnali positivi: le mense scolastiche biologiche sono aumentate in 5 anni di circa il 50% – prosegue De Ponte – ma rimangono forti disuguaglianze tra Nord e Sud Italia.”
Consumo consapevole, riferisce ActionAid, significa anche riduzione degli sprechi e dei rifiuti: secondo alcune rilevazioni a cura di Nomisma/Pentapolis del 2013, circa il 10% dei pasti serviti nelle mense scolastiche (circa 87mila tonnellate di cibo) sono eccedenze, delle quali l’85% è totalmente sprecato. Ridurre lo spreco gioca quindi un ruolo fondamentale verso l’utilizzo di cibi di qualità; nelle mense, infatti, il costo della componente ”cibo” è circa 1/3 del totale di un pasto, che in media costa 4 euro e 50 centesimi. Per contenere l’aumento di prezzo che l’introduzione di cibi bio può comportare si possono ridurre sprechi e costi energetici, cioè le altre componenti che fanno il prezzo totale di un pasto.