Lo ammetto: nel post di Genitoricrescono ho visto sì una possibilità di crescita per mia figlia, ma anche un'occasione per semplificarmi la vita.
Il fatto è questo: il mercoledì, subito dopo l'uscita da scuola, Amelia ha il corso di nuoto. La piscina è accanto alla scuola e vi si può accedere senza uscire dalla cancellata: si percorre il marciapiedi che corre intorno all'edificio ed ecco l'ingresso.
Quando l'abbiamo iscritta, ho subito pensato: sarebbe bello che potesse andarci da sola. Dopotutto, lei e Ettore sono piuttosto autonomi e mi fido della loro capacità di prevedere e comprendere i pericoli della strada.
Pensavo che la scuola me lo potesse impedire e invece no, non può. Ci sono addirittura scuole che prevedono questa possibilità e predispongono moduli che parlano di scelte educative e di maturità del bambino.
La mia scuola ha storto il naso, ha recalcitrato e alla fine ha prodotto un modulo che parla di impossibilità del genitore, obbliga a specificare il percorso del bambino (non più di 500 metri) e dichiara che al suo arrivo a casa il bambino troverà un adulto pronto ad accoglierlo.
(Ora, non so voi. Ma io penso che, se un adulto è impossibilitato ad andare a prendere un bambino a 500 metri da casa, non potrà aprirgli la porta 5 minuti dopo. A meno che non sia a casa in malattia o agli arresti domiciliari.)
Per quieto vivere, ho dichiarato il falso: io non sono impossibilitata ad andare a prendere Amelia, ho deciso di farla uscire da sola per scelta.
Ho scelto di dare fiducia a mia figlia, di permetterle un piccolo spazio di autonomia, di farla sentire grande. Ho scelto di darle la possibilità di muoversi in un ambiente sicuro e protetto, perché si faccia le ossa per il futuro. Ho scelto di renderla orgogliosa della sua piccola conquista.
E non riesco davvero a stimare una scuola che non riesce a capire una scelta del genere.
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