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Effekappa a Cosenza

Creato il 10 marzo 2012 da Fabry2010

Pubblicato da krauspenhaarf su marzo 10, 2012

Effekappa a Cosenza

Si è svolta nelle prestigiose sale della libreria Ubik di Cosenza la presentazione dell’ultima raccolta poetica di Franz Krauspenhaar dal titolo “Effekappa” (Zone editrice 2011). Autore tra i più prolifici e interessanti del panorama letterario italiano, di madre calabrese e padre tedesco, Franz Krauspenhaar (Milano 1960), è autore di diversi titoli narrativa, tra i quali si ricordano almeno “Era mio padre” (Fazi 2008), “Un viaggio con Francis Bacon” (Zona 2010), “1975″ (Caratterimobili, 2010), e di racconti per numerose antologie. Dopo “Franzwolf, un’autobiografia in versi” (Manifattura Torino Poesia 2009), “Effekappa” è la sua seconda silloge poetica, che offre una varietà di temi e situazioni estremamente suggestive che appassionano il lettore a primo impatto.

A presentare il volume, nel pomeriggio di venerdì 24 febbraio, sono stati i docenti dell’Università degli Studi della Calabria Romeo Bufalo e Carlo Fanelli, insieme alla dottoressa Teresa Caligiure.

Muovendo dai caratteri della coralità e dell’oralità della poesia antica e mediante preganti riferimenti alla poesia francese dell’Ottocento e del primo Novecento, Romeo Bufalo, docente di Estetica, ha richiamato l’attenzione sull’importanza e sul ruolo svolti dalla poesia oggi in riferimento ai testi di Franz Krauspenhaar e sulla vena ironica che li caratterizza. La discussione è stata poi sviluppata da Carlo Fanelli, docente di Drammaturgia al Dams, che in riferimento ai saggi sull’umorismo di Bergson e Pirandello si è soffermato sulla teatralità di alcuni poesie dell’autore italo-tedesco e la mistione del comico e del drammatico all’interno delle sue situazioni poetiche. Nella raccolta poetica “Effekappa”, come ha sottolineato Teresa Caligiure, dottore di ricerca presso l’ateneo calabrese e autrice della postfazione al volume, l’autore affronta i motivi della solitudine, del dolore e dell’alienazione dell’uomo, lasciando sempre spazio alla speranza e affidando la ragione del vivere alla scrittura, ultima àncora di salvezza di fronte agli inestricabili labirinti esistenziali e alle difficoltà e al grigiore dell’esperienza quotidiana.

L’interesse del pubblico nei confronti dei testi letti in sala ha confermato come la poesia, pur essendo un genere settoriale e di nicchia, che oggi vanta pochissimi seguaci, conservi ancora il suo alto valore comunicativo e la capacità di sorprendere. Infatti quella di Krauspenhaar è una poesia lontana da qualsiasi esercizio di stile, ma vicina per tematiche e soluzioni stilistiche agli interessi dei lettori, che colpisce e impressiona mediante l’incastrarsi inconsueto di immagini, spesso in ossimoro, anafore, similitudini azzardate, per il lessico ora aulico ora quotidiano, senza offrire spiegazioni, ma calando il lettore nella nuda realtà e spingendolo a fare i conti con se stesso.

Alessandra Gigliotti

Da: Impressioni – il blog di Gianfranco Donadio.


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