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Egitto / Le difficili previsioni del dopo-Mubarak

Creato il 12 febbraio 2011 da Marianna06

Tutti esultanti e festanti, giovani e meno giovani, ieri in piazza Tahrir quando è ormai certo che Mubarak, il "Rais", si è dimesso ed è  lontano nella sua dimora di Sharm, avendo lasciato il potere nelle mani del Consiglio Supremo delle Forze armate egiziane ossia ai militari.

Che sarà d'oggi in avanti per l'Egitto però nessuno  lo sa.

Gli interrogativi dubbiosi si rincorrono ma il vero pericolo da scongiurare s'annida tra i fondamentalisti islamici, che qui non sono nemmeno tanto  i Fratelli Musulmani, che anzi hanno dato, sia pure per proprio tornaconto, una mano nella spallata definitiva al regime.

E sarà fondamentale dunque, proprio per questo, da parte degli Usa e della politica occidentale tutta, saper gestire questa transizione senza commettere errore alcuno.

Proprio per dare al popolo egiziano quella libertà di pensiero e di azione, che finora invece è  sempre venuta a mancare.

Anche perché il "potere ai militari" è inutile nasconderselo presenta una grossa ambiguità. E va saputo maneggiare con cura da parte delle diplomazie politiche.

Ritornando al fondamentalismo islamico, la "pecora nera" del sistema -Egitto ma anche di tutto il Medioriente e del resto dell'Africa Maghrebina, esso si è acuito, a detta di un esperto come il prof. Giuseppe Scattolin, docente d'Islamologia al Cairo e al PISAI di Roma, nel confronto-scontro tra società islamica tradizionale e modernità venuta dall'Occidente. E sono due secoli che il mondo islamico vive questa profonda crisi.

Dalla nascita e diffusione dell'Illuminismo francese in Europa e nel resto del mondo.

Perché-precisa il professore- modernità significa ricerca scientifica libera e razionale nonché centralità della persona nei suoi diritti fondamentali.

Infatti non sono casuali le preoccupazioni che sono state espresse in queste ore da alcune agenzie umanitarie e/o Ong a proposito di questo passaggio di potere da Mubarak ai militari.

Un Mubarak che comunque, strapotere e ruberie a parte sulla pelle della povera gente e di  tutti coloro che dissentivano(cose gravissime ovviamente), aveva portato l'Egitto, come Stato-Nazione, all'attenzione dell'Europa e del mondo intero anche perché sentinella strategica d'Israele.

Da una fase liberale, fino a metà '900, a quella caratterizzata dal nazionalismo socialista di Nasser dagli anni '50 del secolo scorso, il fondamentalismo islamico ha avuto invece tutto il tempo e il modo d'infiltrarsi nel tessuto connettivo della società egiziana, di utilizzarne l'eventuale malessere a proprio uso e consumo, basandosi su una lettura molto rigida dei testi fondanti dell'Islam.

Ed è su questo che, in questa delicata fase storica, che tuttavia non riguarda solo l'Egitto, bisogna attentamente e con cautela vigilare.

Per non incorrere appunto in  mali peggiori.

Nessuno è in grado di leggere nella "sfera di cristallo" il futuro ma quello che è certo è che il fondamentalismo islamico, dannoso all'interno delle stesse società islamiche, può essere vinto solo con una profonda trasformazione culturale della società.

Pensiero critico e rispetto dei diritti umani fondamentali.Per intenderci.

Non è facile ma non è neanche impossibile.

 Anche se purtroppo su tempi lunghi.

E utilizzando lo strumento del dialogo.

Sempre.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Equilibristi
 

 


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