La situazione in Egitto sta precipitando. Il regime che ha deposto il Presidente eletto Morsi si sta macchiando di delitti efferati. I Fratelli Musulmani continuano le proteste, sedate nel sangue:
Intorno alle sei del mattino di mercoledì 14 agosto le forze di sicurezza egiziane hanno iniziato – con il supporto di mezzi blindati e bulldozer – lo sgombero dei sit-in messi in piedi lo scorso 3 luglio dai sostenitori dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi in due punti diversi del Cairo, a piazza Rabaa Al-Adawiya (nell’est della città) e a piazza Nahda (nei pressi dell’università). Ne sono seguiti scontri violenti al Cairo e poi in diverse città del paese, che hanno causato un numero imprecisato di morti: le ultime cifre ufficiali parlano di 149 morti e 1.403 feriti in tutto l’Egitto, ma altre fonti della stampa internazionale permettono di ipotizzare un numero molto più alto e i Fratelli Musulmani – sostenitori di Morsi e delle proteste – hanno diffuso le cifre non confermate di oltre duemila morti e diecimila feriti solo al Cairo. Oltre cinquecento persone sono state arrestate dalla polizia (solo le persone armate, ha detto l’agenzia di stampa statale MENA).
Nel corso della giornata sono arrivate decine e decine di testimonianze e racconti riguardo molte persone ferite o morte a causa di colpi di arma da fuoco, su Twitter sono circolate moltissime foto di cadaveri con ferite da proiettili: la polizia ha negato di averne fatto uso, dicendo di aver fatto ricorso soltanto a gas lacrimogeni. Oltre ai più grandi concentramenti nelle due piazze del Cairo, le forze di sicurezza sono intervenute anche in accampamenti più piccoli in diversi quartieri della città. Ci sono state testimonianze di cecchini che sparavano sulla folla e sono morti tra gli altri almeno due giornalisti, uno dei quali era un cameraman di Sky News. A un certo punto al Cairo un mezzo blindato della polizia è caduto da un ponte, con gli agenti dentro.[Il Post]