-Di Donatella Amina Salina
Mohammed Morsi si è insediato ieri come presidente dell’Egitto rompendo definitivamente con la dittatura e lo strapotere dei militari e proseguendo sulla strada iniziata dai fratelli di Ennadha in Tunisia: governare in uno Stato laico, essere il Governo di tutti ed in primo luogo delle classi popolari che non hanno mai contato nulla.
Vista l’alta percentuale di astenuti, è senz’altro da ridimensionare il ruolo dei laici e delle classi urbane occidentalizzate, e, semmai, c’è da conquistare alla partecipazione politica, come avviene in America Latina con risultati lusinghieri, la stragrande maggioranza degli egiziani.
Morsi ha catalizzato un voto che non è soltanto legato a settori religiosi, ma anche laici perchè le sue parole d’ordine sono piaciute a chi vorrebbe più eguaglianza e giustizia, un programma che a sinistra si è perso e che adesso i Fratelli Musulmani hanno inserito in un contesto religioso.
La prima immagine che mi è venuta in mente è stata quella dei presidenti latino-americani che hanno rotto con l’imperialismo USA ed hanno costruito un modello basato sulla partecipazione popolare.
Ho pensato anche a Salvador Allende, e senz’altro il coraggio di quest’uomo di 61 anni, onesto e religioso, e senz’altro molto grande, speriamo che Dio lo aiuti e possa proseguire la sua opera.
Intanto ha già eliminato il protocollo, mentre la moglie ha fatto sapere di non essere interessata a presenzialismi, ma di voler fare da moglie e basta, presentandosi in abito tradizionale alla cerimonia di insediamento.
Prima del discorso pronunciato davanti al Parlamento, Morsi ha parlato a Piazza Tahrir continuando a sostenere le istanze rivoluzionarie ed i diritti degli egiziani, compresi i detenuti politici in prigione negli USA.
Sarà presidente di tutti senza battaglie per i diritti umani a corrente alternata, come spesso hanno fatto i sostenitori della sinistra.
Mohammed Morsi, ha pronunciato subito dopo la sua elezione l’altro ieri, un giuramento solenne in Piazza Tahrir, un giuramento che ha un grande valore simbolico. Di fronte al deperimento delle democrazie occidentali ridotte ad oligarchie di banchieri e speculatori, in Egitto ed in tutto il mondo arabo la democrazia si afferma come un torrente in piena.
Secondo la tradizione islamica quando un popolo si leva in piedi per difendere la libertà contro la tirannide Allah l’Altissimo lo rende invincibile.
Che un presidente della Repubblica di un paese arabo, esponente di un partito religioso, abbia suggellato un patto di ferro tra la nuova Repubblica e la sovranità popolare è un fatto che distrugge completamente le vecchie categorie politiche novecentesche.
In un discorso che è durato circa mezz’ora, ha giurato «di rispettare la legge e la costituzione» e si è rivolto direttamente ai rivoluzionari: «Diciamo al mondo: ecco l’Egitto, ecco i rivoluzionari ed ecco gli egiziani. Parlo al popolo dell’Egitto, ai musulmani d’Egitto, ai copti d’Egitto, ai cittadini dentro e fuori dell’Egitto».
E, aprendosi la giacca per mostrare di non avere giubbetti antiproiettile («perché non ho paura di nessun altro che di Dio») ha aggiunto: «Non c’è alcun potere sopra di voi, rivoluzionari. Voi siete l’autorità ed io sono con voi e dietro di voi. Sarò con voi sempre, per rafforzare la nostra unità e respingerò ogni tentativo di togliervi il potere».
Mohammed Mursi ha precisato che non rinuncerà a nessuno dei suoi poteri e che la “la rivoluzione continuerà fino a quando tutti i suoi obiettivi saranno raggiunti”. Inoltre, Mursi ha ribadito che sarà il presidente di “tutti” gli Egiziani.
Egitto e Tunisia seguono quindi strade parallele.
Questo Presidente ricorda grandi figure di uomini che rappresentavano ideologie diverse che si battevano per la libertà del loro popolo come: Patrice Lumumba,Thomas Sankara o Salvador Allende.
La cosiddetta civile Europa nulla ha fatto perchè questi uomini riuscissero nel loro intento, al contrario ha protetto i loro assassini, ordito complotti e colpi di stato guerre e massacri, mettendo gli uomini gli uni contro gli altri per trarne profitto.
Grandi uomini come Ernesto Che Guevara o come Camilo Torres sono stati uccisi nel tentativo di liberare i loro popoli, ma altri ne hanno preso il posto con la non violenza, sono riusciti finalmente a scuotere il giogo delle dittature militari e delle tirannidi mascherate da democrazia . Essi sono caduti mentre le loro vittime, migliaia di martiri della libertà caduti in nome di Dio o dell’uomo, come il seme che se non muore non dà frutto, hanno lasciato traccia sulla Terra, una traccia di luce mediante la quale gli uomini di tutto il mondo, meno l’Occidente purtroppo, stanno ricostruendo le strade della liberazione umana, civile e religiosa, spirituale e materiale.
Mentre si sgretola la democrazia in Occidente, entra in crisi nel resto del mondo, il sistema che ha ridotto gli uomini schiavi di altri uomini e se Dio vorrà resterà scritto sulla pietra che mai nessun uomo dovra essere schiavo di qualcuno perchè guadagna 400 volte di meno di un banchiere della City.
I tiranni hanno goduto degli effimeri beni di questo mondo ma il loro tempo sta finendo. Come i re sepolti di cui parla il Santo Corano loro sono polvere, ma le loro vittime sono immortali.
Adesso è l’ora dei paesi arabi le cui rivoluzioni islamico-democratiche stanno ancora una volta dimostrano che un altro mondo e possibile.
Ed in questo, la vecchia Europa è veramente una retroguardia che non riesce ad esprimere una classe dirigente che metta al primo posto i diritti della persona e non il profitto dei banchieri.
Altro che sovranità popolare, ormai siamo alla sovranità bancaria.
Speriamo, con l’aiuto di Dio, che il mondo arabo conquisti tutti i suoi diritti e la sua dignità nel mondo. La fede islamica è oggi un potente mezzo per un cambiamento integrale dell’essere umano a livello materiale e spirituale fatta salva la libertà di coscienza e la possibilità di scegliere qualsiasi via per la propria realizzazione secondo il principio espresso nel Santo Corano.
«Non c’è costrizione nella religione» in materia di fede.
Iddio benedica e protegga chi difende la dignità umana in ogni posto della Terra chi difende i deboli e gli umili.