Circa 53 milioni di aventi diritto sono attesi alle urne questo lunedì e domani, martedì, in 25.343 circoscrizioni per eleggere il presidente dell’Egitto, in un voto che si preannuncia un plebiscito a favore dell’ex generale delle forze armate Abdel Fattah al Sissi.
Si tratta delle prime votazioni dalla destituzione lo scorso luglio di Mohamed Morsi, primo presidente eletto democraticamente, con un colpo di stato orchestrato dallo stesso al Sissi.
Unico altro sfidante è Hamdeen Sabahi, nasseriano esponente della sinistra laica, che considera l’appuntamento elettorale come “uno scontro non alla pari” e si è lamentato per i “molti problemi patiti” durante la campagna elettorale, conclusa venerdì scorso.
Le operazioni elettorali potrebbero essere segnate da proteste indette dalla Coalizione per il sostegno e la legittimità contro il golpe – il fronte pro-Morsi – che sulla sua pagina Facebook ha invitato a proseguire i cortei per “boicottare le elezioni del sangue”.
Le autorità hanno predisposto un grande dispiegamento di forze dell’ordine, con 400.000 uomini tra poliziotti e militari. Compito di questa ‘task force’ è quello di rendere i seggi sicuri nelle prossime 48 ore, nel corso dello spoglio e durante la proclamazione dei risultati.
Nei giorni scorsi si sono registrate violenze a non finire.E la sicurezza personale, dato il clima, in quasi tutte le città, grandi o piccole che siano, è piuttosto un'incognita per la gente comune.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)