“La satira proposta da Jacovitti nel sistema dei tanti partiti, con le loro varianti e sovrapposizioni, è tra le più spassose che l’arrivo rintronante della democrazia abbia prodotto nell’Italia del dopoguerra, e lì davvero ce n’è per tutti. Jacovitti non si tira indietro, non si crede diverso e superiore rispetto ai suoi personaggi, si fa, come mai più dopo, protagonista egli stesso, rischia, si mette in gioco, si confessa e apprezza o detesta da perfetto rappresentante e specchio di un’epoca unica e irripetibile, ma soprattutto immensamente vitale”. Così, Goffredo Fofi, che, insieme ad Anna Salepicchi, è curatore del volume, commenta i lavori a fumetti realizzati da Jacovitti tra il 1940 e il 1950, ora riuniti nel volume Eia Eia baccalà – titolo che deriva da un dissacrante slogan usato dallo stesso Jacovitti – pubblicato da Stampa Alternativa.
Quando scoppia la guerra, Benito Jacovitti ha sedici anni, ma la sua penna è già puntuta e coraggiosa, tanto da meritargli “richiami” istituzionali e politici. Nel 1939, inizia a collaborare con il giornale umoristico in vernacolo fiorentino, “Il Brivido”. Ed è qui che, nel 1940, pubblica un affresco della guerra, più precisamente del fronte sulla linea Maginot-Sigfrido, mostrando i soldati dei due schieramenti opposti, ritratti in atteggiamenti decisamente non bellici o marziali. Per questo lavoro, avendo ritratto i soldati tedesco in modo ritenuto poco consono al loro ruolo, fu redarguito da un federale.
Poi pubblicherà altre storie e altre, invece, gli saranno rifiutate dagli stessi editori, perché “inadatte” al momento storico. Tra queste, “I tre re”, della quale purtroppo rimane solo uno spezzone. Obiettivo del volume è restituire la completezza della produzione di Jacovitti, indagando anche i lavori, come questi, meno noti al grande pubblico e, al contempo, contribuire a ricostruire la Storia, arricchendola di sentimento.
In questo obiettivo e impegno, la raccolta propone alcune rarità, come la versione originale di “Pippo e gli inglesi”, pubblicata nel 1940 su “Il Vittorioso”, e, dopo il suo debutto, ristampata solo con i ritocchi ritenuti necessari dalla censura del Ministero della Cultura Popolare. Nelle tavole, però, non c’è solo il conflitto, ma anche il dopoguerra, raccontato nella sua disorientante frammentazione politica, prima fonte dello scontento manifestato dall’Uomo Qualunque.
(Questo articolo è stato pubblicato su Leggo Online)
Eia Eia Baccalà - La guerra è finita di Benito Jacovitti
Collana Fuori collana
180 pagine
ISBN: 978-88-6222-113-9