Mankell, Il Cinese
Cara Paola, rieccomi con la mia lettura vacanziera, prettamente di evasione. Mamma C, quando aveva tempo da perdere su fb (la voglio vedere, ora!), mi aveva suggerito di leggere in queste vacanze spagnole un libro in lingua originale. Sarebbe stato un modo intelligente per immergersi nel clima, munita solo si un piiiiiiccolo dizionario. Donna sensibile, profonda, di cultura, lei.
Ci ho pensato, poi alla Feltrinelli ho trovato Il Cinese di Henning con il 25% di sconto e non ho resistito. Lo inseguivo già da un po', mi era anche stato suggerito, e poi i gialli posso leggerli solo d'estate: mi provocano dipendenza e devo avere tempo (e qualcuno che controlli che la figlia non scappi di casa o non anneghi in mare).
Forse avevo troppe aspettative sul famoso giallista svedese, che non avevo mai letto prima. Come giallo questo lo classificherei nella categoria "nì", non mi ha convinto fino in fondo.
Molto piacevoli, invece, le parti storiche dedicate alla Cina e all'America: flussi di persone che si spostano alla ricerca del meglio e trovano il peggio, tutto il peggio possibile.
Nello straniamento che può dare un testo svedese, con ambientazioni europee, cinesi e americane, tradotto in lingua italiana e letto in territorio spagnolo, una coincidenza curiosa l'ho trovata. Ad un certo punto nel libro si parla di un artista di strada cinese che ritaglia velocemente i profili delle persone. Non avevo mai sentito nulla di simile, magari lo fanno da sempre ma si sa, io ci arrivo sempre dopo ai trend! Mi ha colpito quest'abilità. Beh, il giorno dopo durante la nostra passeggiata serale abbiamo incontrato un distinto signore spagnolo che si esibiva con maestria nella stessa arte. Ho pensato allora che dovremmo ritagliare i nostri profili: trovare elementi di sintesi e usare del bel cartoncino nero... lo faremo anche per Susi la Pecora, il cui profilo è molto caratteristico perché le manca un orecchio. Aspetteremo la pioggia e il fresco per farlo.
Sipario sulle vacanze, non ancora sull'estate.