E visto che siamo in tema vi lascio con due versi di Alda Merini, per anni ricoverata in manicomio. E che uscì per le edizioni Feltrinelli con il libro Elettroshock.
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita: voglio spazio per cantare crescereerrare e saltare il fosso della divina sapienza. Spazio datemi spazio ch’io lanci un urlo inumano,quell’urlo di silenzio negli anni che ho toccato con mano. Tre domande a Erika Morri 1-Non è un pò azzardato il nome Elecktro-chic, abbinare due concetti così opposti? "E' un gioco di parole, la scossa che da un elecktro-choc è negativa. Elecktro-chic è legata all'energia, alla luce..quando diciamo per scherzo...che atmosfera elettrizzante intendiamo appunto qualcosa di emozionante, che vibra nel'aria. Stimolante. Tutto è legato alla filosofia che sta alla base di ELECKTROCHIC, siamo noi che diamo luce e rendiamo bello ciò che indossiamo, non il contrario! Se siamo giù di morale o tristi possiamo indossare anche un vero un diadema che sembreranno pezzi di vetro"2- Qual'è la filosofia dei fili elettrici e degli interruttori? "ll cavo è un componente elettrico che consiste in un fascio di più fili conduttori, rivestiti da uno strato di materiale isolante. Tale è l’essere umano: un fascio di pensieri, sentimenti, emozioni, “rivestiti” da una pelle a copertura delle proprie vulnerabilità. Come il cavo anche l'essere umano è conduttore di energia, ELECKTRO-CHIC è il puro piacere di esprimere sé stessi, decidendo se e quali fili scoprire, quali collegamenti allacciare, quali interruttori accendere o spegnere, quali mondi mettere in comunicazione. L’arte come massima interpretazione di materiali e stati d’animo, non una sola arte ma tante espressioni del sé. Il pay off di ELECKTRO-CHIC ART YOU WEAR è un gioco di parole che vuole comunicare che l'opera d'arte....siamo NOI. Ogni donna ha le sue forze e sicurezze, vive il quotidiano tra lavoro, figli, famiglia. Non è energia che passa questa?"
3- Occorre più creatività in Italia o sarebbe il caso di strutturare quella già esistente ?"E' una battaglia contro la standardizzazione! L'Italia è piena di idee e creatività, eppure sembra tu debba avere prima successo all'estero e soltanto dopo ti viene riconosciuto a casa. Da qui la fuga dei cervelli. Io, scontrandomi con questa realtà, suggerisco di non mollare.