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Elephant

Creato il 23 settembre 2013 da Pim
(Pubblicato su Kataweb Forumcinema il 27 ottobre 2003) ElephantUn giorno, un re riunì alcuni ciechi e propose loro di toccare un elefante per constatare come fosse fatto. Alcuni afferrarono la proboscide e dissero: << Abbiamo capito. L’elefante è simile ad un timone ricurvo >>. Altri tastarono gli orecchi e dichiararono. << È simile ad un grosso ventaglio >>. Quelli che avevano toccato una zampa dissero: << Assomiglia ad un pestello >>. Quelli che avevano accarezzato la testa dissero: << Assomiglia ad un ponticello >>. Quelli che avevano tastato un fianco dichiararono: << È simile ad un muro >>. Quelli che avevano toccato una gamba dissero: << è simile ad un albero >>. Quelli che avevano preso la coda dissero: << Assomiglia ad una corda >>. Il re si mise allora a ridere e commentò: << Questi ciechi discutono ed altercano. Ma il corpo dell’elefante è naturalmente unico, e sono solo le differenti percezioni che hanno provocato le loro diverse valutazioni ed i loro errori >>. Van Sant applica la tecnica zavattiniana del pedinamento, mette la mdp alle spalle dei ragazzi e li segue nel loro vagare lungo i corridoi e le aule della scuola. (Sembrano dei pesci rossi che girano in tondo in un vaso di vetro e non trovano mai la via del mare.) Lascia che siano i fatti a parlare, cogliendo nell’ordinarietà di una giornata qualunque il senso della tragedia immanente. Senza commenti, spiegazioni. Il fluire lento e metodico del racconto non cambia con l’avvicinarsi del dramma: montare un fucile a pompa è come sviluppare un negativo o risistemare dei libri. Le storie si dipanano in modo apparentemente informale, senza una precisa direzione. S’intersecano, sì, in modo puntuale e spesso ripetuto, ma da ciò non ne deriva alcun ordine. (Da notare che il tempo del racconto supera notevolmente il tempo degli accadimenti.) Le differenti prospettive, i punti di vista, fanno capo e si annullano nell’unico finale che accomuna tutte queste povere esistenze. Come l’elefante del racconto - attribuito a Buddha - riassume in sé le differenti percezioni che ogni singola sua parte anatomica dà a quei ciechi. Per Van Sant, è il destino a dare un corso definitivo alla nostra vita. E le nuvole che stanno a guardare, lassù, non sono altro che lo specchio in cui essa si riflette. Elephant, di Gus Van Sant, con Eric Deulen, Alex Frost, Elias McConnell (Usa, 2003, 81'). Lunedì 23 settembre, LaEffe, ore 23,10.

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