di Matteo Boldrini
La tornata di elezioni amministrative 2013 sembra configurare una situazione molto critica per quelle forze politiche che, appena qualche mese fa, potevano vantare un indiscusso successo alle politiche, mentre sembra concretizzarsi una sorta di ripresa di quei soggetti che sono stati i più sconfitti lo scorso febbraio.
Se al primo turno, tenutosi quindici giorni fa, appariva chiara una netta prevalenza del centrosinistra ed una evidente difficoltà del Movimento Cinque Stelle e di tutto il centrodestra, si poteva comunque ribattere come ci fossero numerosi comuni (più di 60 tra cui 11 capoluoghi) in cui si sarebbe dovuto tenere un turno successivo che avrebbe potuto riaprire la partita. I ballottaggi hanno invece consegnato un’ampia vittoria a tutto il centrosinistra che si è imposto ovunque, riuscendo a vincere nella stragrande maggioranza delle competizioni ed in ogni capoluogo di provincia chiamato al voto, inclusa la partita rilevante a livello nazionale di Roma. Il Partito Democratico e tutti i partiti in coalizione con esso, possono vantarsi di aver strappato agli avversari Brescia e Treviso, due vere e proprie roccaforti del centrodestra.
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Dato interessante di queste amministrative è inoltre quello dell’affluenza che sembra aver toccato i minimi storici del 48% (meno 11 punti percentuali rispetto alla tornata precedente), livello mai raggiunto in nessuna elezione amministrativa. Un così grande calo nell’affluenza ha suscitato alcune perplessità nei commentatori politici e li ha fatti interrogare anche sulla effettiva qualità del nostro sistema democratico. In realtà, come sottolineato in questi giorni da illustri politologi, l’Italia era una sorta di eccezione in Europa e le sue percentuali di partecipazione al voto si stanno grossomodo avvicinando a quelle di tutti gli altri Paesi europei. Inoltre, l’astensione è un meccanismo complesso e merita di essere analizzata più da vicino, anche solo negli undici comuni capoluogo, per capire come essa ha operato e se si è trattato di una protesta generale verso la classe politica.
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