Girando per la rete ci siamo imbattute in un blog molto interessante: laureatiartigiani.it. II blog racconta le storie di giovani che, laurea alla mano, hanno intrapreso la strada dell’artigianato come mestiere principale. Abbiamo intervistato Elisa Di Battista, ideatrice e curatrice di questo blog, perché ci raccontasse di questa tendenza che sta portando tanti giovani a riscoprire antiche tradizioni artigianali. Cerchiamo di conoscere meglio chi sono questi laureati artigiani.
Nuove-vecchie professioni, come ti sei avvicinata al mondo dell’artigianato?
Per curiosità, per capire se e come il mestiere manuale fosse preso in considerazione dai laureati, complici la crisi o la passione. Sono partita da un’inchiesta giornalistica sull’argomento e mi sono così incuriosita da voler continuare a raccogliere storie all’interno di un blog personale. Così è nato laureatiartigiani.it, che ho inaugurato il 1° dicembre 2012 e in cui raccolgo storie di giovani laureati che scelgono l’artigianato come professione, analizzando una tendenza in corso. Nel blog l’obiettivo è mettere in evidenza sia come il lavoro manuale non si debba più considerare un mestiere di serie B, sia mostrare il valore aggiunto che una formazione accademica può offrire a chi sceglie di intraprendere un lavoro artigiano in termini di competenze e conoscenze, apertura mentale, capacità organizzativa. In soli 4 mesi il blog ha avuto 7000 visitatori unici, cosa che mi ha fatto capire che l’opinione pubblica è sensibile al tema, e che ci si può muovere verso una propria community di laureati artigiani.
Quali sono i valori che associ al lavoro artigiano?
Di sicuro, oggi, il coraggio e la passione sono due valori che vanno a braccetto con il lavoro artigiano. Il coraggio è quello che serve per avviare attività proprie partendo da zero, mettendosi in gioco anche nell’apprendere nuove competenze tecniche; la passione è quella che spinge a scegliere il “mestiere del nonno” o a trasformare un hobby in lavoro.
Quali sono le principali difficoltà che riscontri nei giovani che hai conosciuto e intervistato per il tuo blog?
Le difficoltà di ottenere prestiti e accedere al credito sono di sicuro in cima alla lista degli ostacoli a mettersi in proprio. Sia per gli artigiani come per qualsiasi neo imprenditore, oggi. Tra le questioni a cui badare ci sono anche i costi legati alla gestione della partita IVA e le difficoltà burocratiche, oltre ai costi elevati degli affitti delle location di botteghe e laboratori. Capita infatti che, almeno agli inizi, gli artigiani costruiscano il proprio laboratorio in casa, quando possibile (scelta che accomuna chi non ha bisogno di attrezzature troppo ingombranti).
In alcuni casi – ma solo in alcuni – la crisi e la difficoltà a trovare lavoro hanno spinto i giovani laureati del blog a orientarsi verso l’artigianato, ma in nessun caso è visto come un ripiego. Anzi, a spingerli è soprattutto la dedizione verso il mestiere che svolgono, l’attitudine alla manualità e al saper fare, e spesso la loro scelta è quella di assecondare le proprie inclinazioni di sempre. Ci sono anche casi di laureati che hanno lasciato un posto di lavoro sicuro per intraprendere la strada dell’artigianato (come la manager che fa piadine artigianali), e altri che scelgono di non lavorare nell’ambito per il quale hanno studiato, anche se avrebbero buone opportunità d’inserimento, per dedicarsi all’artigianato (come l’ingegnere calzolaio ).
Vecchie professioni e nuove tecnologie, che rapporto hanno?
Per i giovani artigiani il pc, internet e i social network sono strumenti non importanti: essenziali. Sapersi promuovere e comunicare bene nella rete è un must dal quale non si può prescindere, anche se non manca chi è poco avvezzo al web e lo sfrutta solo in parte. Oltre al sito col quale farsi conoscere e da usare come vetrina, contano molto gli e-commerce per chi ha già un’attività ben avviata, la pagina Facebook e magari anche i profili su Google +, Twitter, Pinterest per i più “smanettoni”, canali importanti per parlare di sè, anche se curarli spesso vuol dire svolgere un doppio lavoro e non tutti riescono a farlo. Le nuove tecnologie, però, sono anche veri e propri strumenti di lavoro per alcuni laureati artigiani: per condurre ricerche e trarre spunti per concept e nuove idee, per velocizzare alcune procedure tecniche, per riprendere metodi artigianali del passato, per creare nuove formule scientifiche da applicare ai propri prodotti, pensando in questo caso a chi realizza saponi artigianali. E poi naturalmente non bisogna scordare gli artigiani digitali, i makers, che coniugano competenze tecnologiche, strumenti all’avanguardia come stampanti 3D, insieme alla manualità. Un fenomeno diffuso in America e che in Italia sta prendendo piede, anche se lentamente.
In occasione del fuorisalone noi parteciperemo a Bla Bla, l’evento di Milano Makers legato all’autoproduzione. Che rapporto hai con il design autoprodotto?
Sicuramente è una frontiera nuova e originale che offre occasione ai designer di esprimersi e di seguire da sé l’intera filiera che va dall’ideazione alla distribuzione. Tra i laureati artigiani che ho incontrato finora c’è una designer che ha scelto di dedicarsi all’oreficeria e ora parte dal concept dei suoi prodotti, li realizza, li promuove e li vende, dal laboratorio al negozio fino alla vetrina online, che sfrutta molto per farsi conoscere, in un’ottica di vera designer che si auto produce. A breve pubblicherò la sua storia.
Ci riassumi in un tweet cos’è per te il saper fare?
Significa mettere in gioco testa, mani e competenze tecniche. Creare un prodotto da zero, mescolando tradizioni e nuove conoscenze.
Elisa è sempre alla ricerca di nuove storie; volete raccontare la vostra potete segnalarla a http://www.laureatiartigiani.it/storie/.