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«Rensi parla ben, ma rassola mal. Ansi, non fa un casso». Satira politica davanti all’Elisir 1997, servito caldo contrariamente a quello 2009 che, un attimo prima, viaggiava ghiacciato in barricaia, dove roccia e botti si accoppiano, culla in cui matura questo liquore esclusivo, l’unico al mondo ottenuto dall’invecchiamento di un vino, il Raboso, autoctono della Marca Trevigiana.
Siamo a San Polo di Piave, escursione veneta che mi consente la solita cortesia da signore di E.S., valoroso manager non allineato e dunque silurato in fretta dai nuovi padroni Fvg.
Il locale è di storia antica, citano come data di partenza il 1847, si chiama Gambrinus. Adriano Zanotto, cui si deve l’approfondimento politico iniziale, è stato il primo maestro del figlio Pierchristian, lo chef che oggi guida la cucina in un percorso che ti aspetti di pesce (il piatto del Buon Ricordo sono i “Gamberi alla Gambrinus”) ed è invece molto più vario, tanto che il secondo è un coniglio, non credo l’abbiano pescato.
Fino a tre anni fa, sulla giacchetta, c’era la stella Michelin, spiegano. Poi, l’epic fail di un cuoco l’ha incenerita. «Meglio così, la stella allontana una fascia di clientela». Parentesi non secondaria per rilevare l’ampiezza di prospettive di un’azienda che fa non solo ristorazione, ma anche commercio. Con il marchio Gambrinus si vendono in e-commerce, Elisir a parte, vini e goloserie. E, oltre alle camere (me-ra-vi-glio-se), la proposta prevede (dal 2008) un’osteria/enoteca alla francese che, per gli esperti, e con le ovvie differenze, sta al ristorante (25 coperti interni, millanta nel parco) come la taverna degli hamburger all’Orsone di Joe.
Il menu? Scaricabile dal sito, con connotazioni bio e certezze per intolleranti, vegetariani e vegani. Il gabbianone è stato servito di porchetta di storione della Lia (è il fiume che attraversa il parco) con misticanza d’erbe e pan brioche, patata di Moriago e carciofo, coniglio non pescato accompagnato da erbette di campo (deliziose) innaffiate di pinoli. Vini (bollicine e Cabernet Sauvignon) marca Gambrinus, il brand come bibbia.
Luogo minimalista e creativo, sintetizzerei. Ma anche di storia e passioni. L’Elisir raccontato come fosse un bimbo che rinasce ogni sei anni. Il colore è rosso rubino, riflessi violacei. Il profumo è di marasca e mora, forse fieno. Il sapore, quello del 1997, è di Porto. Ciliegia. Da dopo pasto.