Magazine Cinema

Elogio dell'inutilità

Creato il 18 marzo 2013 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1
Elogio dell'inutilità
Inutilità: l'essere inutile, condizione di ciò che è, o si ritiene, o è riuscito inutile: i. di una cura, di un rimedio; vista l'i. dei miei sforzi, ho dovuto desistere; i risultati provano l'i. di simili tentativi; vista l'i. della mia presenza qui, posso anche andarmene; sostenere l'i. di un metodo.
Questa è la definizione, piuttosto sintetica, che della parola "inutilità", ne dà la Treccani. La cosa si complica quando questa, da sostantivo, diventa aggettivo. Allora non rimane che il superfluo, il vano. L'essere inefficace, che non serve a realizzare un certo fine. Che brutta storia questa dell'inutilità...Ma, aspetta un secondo, chi e cosa dà a me, essere umano, la facoltà di proclamare inutile qualcosa? In questo periodo di crisi (dove per me la crisi sta frantumando soprattutto i cervelli degli italiani, ancor prima dei loro portafogli) non si fa che discutere del problema dei giovani laureati a zonzo per il paese, quelli che, per intenderci, hanno intrapreso un percorso umanistico. Ecco dunque che, le papere urlatrici, si preparano ad entrare in scena, convinte, dall'alto della loro laurea "utile", che un giovane con il pallino delle Lettere non arriverà mai da nessuna parte. "La laurea in lettere te la dai in faccia", si ok, l'avrò sentito dire almeno un miliardo di volte e in maniera molto concentrata in quest'ultimo periodo della mia vita (un po' particolare). 
Vi è mai capitato di mettere in discussione tutto, perché quello che state facendo vi appare all'improvviso come la cosa più assurda che possiate fare? Beh, a me sta capitando questo. Sto iniziando a chiedermi sul serio se quello in cui io credo, quello che amo di più al mondo, sia davvero "giusto". Opportuno, non so nemmeno come definirlo. Per un attimo ho pensato di rimettere in ballo la mia vita, cambiando completamente strada e tentando di fare una scelta con il solo e unico fine che risponda alla (maledettissima) legge del lavoro. Quando ho preso in mano gli alpha test, quelli che ti preparano per le professioni sanitarie, ho iniziato con tutto l'entusiasmo e la convinzione che a volte mi appartengono. Poi però hanno iniziato a prendere il sopravvento episodi insoliti, tipo allucinazioni e vocine nelle orecchie a punzecchiarti, come piccolissimi aghi. Mi capita di leggere cose assurde nel web e mi rendo conto di quanta ignoranza dilaghi nel nostro paese. Mi viene in mente il laureato in economia che dice che la colpa è anche dei genitori, quelli che sono cresciuti con il mito della carriera del letterato e che, sbagliando e rovinando la vita ai figli, trasmettano le stesse identiche convinzioni. Oppure l'avvocato che lamenta il fatto che una laurea triennale in lettere non può dar diritto a farsi chiamare "dottore". Eppure avvocato, io, con la mia laurea triennale in Lettere, ho fatto la bellezza di 35 esami con un rapporto crediti/contenuti davvero sballato e inverosimile. Però va bene, non è questo il problema, ognuno può credere ciò che vuole. Ed è in queste assurdità che io, ho ritrovato le mie risposte.

Elogio dell'inutilità

Cara Vale..."non ragioniam di lor, ma guarda e passa".  (Le allucinazioni di cui vi parlavo)


E credetemi se vi dico che per me, che siate avvocati, ragionieri, ingegneri informatici e tutto quello che volete (con tutto il massimo rispetto per queste professioni, ovviamente), l'inutilità della mia laurea, non può e non deve proclamarla nessuno all'infuori di me. Perché è un qualcosa che appartiene a me, qualcosa che rappresenta una parte importante della mia vita. Sacrifici, soldi, libri che ho odiato dalla prima all'ultima pagina eppure capaci di insegnarmi tanto. Delusioni, vittorie e soddisfazioni...inutile? Non lo crederei nemmeno se a dirmelo fosse Dio in persona!!!Nessuno può stabilire l'inutilità di una cosa se non gli appartiene. E nessuno deve permettere a chiunque, di sputare veleno e schifo su ciò che a "noi" (gli sfigati laureati in Lettere, Scienze della comunicazione etc.), ancora oggi dopo tante delusioni, sa renderci orgogliosi e fieri. Io sarò matta, ma credo che il problema del nostro paese non risieda nel fenomeno cosiddetto delle Lauree Inutili, anzi, credo che ci si debba adoperare per fermare questo indegno movimento che è culturalmente barbaro, perché corriamo il rischio di insegnare ai nostri figli che studiare non serve a nulla. Che il segreto di una vita felice e appagante non si trovi nei libri bensì nelle sporche raccomandazioni, nelle conoscenze e nei falsi abbracci di chi sa pugnalarsi alle spalle non appena ha l'occasione. Sono convinta che in questo paese manchi qualcosa come la MERITOCRAZIA e non mi piace immaginarla come una forma di governo. Vorrei che la gente credesse ancora nella meritocrazia e applicasse questo principio nella vita normale, nel modo di pensare, di leggere i quotidiani e di navigare su internet. Vorrei che la gente pensasse alla meritocrazia quando si accinge alle urne elettorali. Vorrei che la gente credesse alla meritocrazia prima di vedere nel cielo una fumata bianca. Ma più di ogni altra cosa al mondo io, Vorrei che la gente la smettesse di dire che la mia, sia una Laurea inutile oppure, se questo proprio non fosse possibile. Vorrei che la gente iniziasse ad apprezzare l'inutilità...
"L'inutile e il superfluo sono più indispensabili all'uomo del necessario".René Barjavel, Se fossi Dio... (1976)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines