
Poi nel 1991 il crollo del mondo come lo conoscevo: Mediaset acquisiva i diritti di trasmissione delle gare, affidandone le telecronache ad Andrea De Adamich, più giovane di Poltronieri e anche lui ex pilota dal passato giusto un poco più radioso di quello del mio eroe. Ciò che si notava maggiormente era il cambio di stile del racconto, più ansiogeno, più tecnico, a due voci con l'impiego di un altro ex pilota che sviscerasse le questioni tecniche e poi niente più Ezio Zerminani dai box. Fu uno shock per me ma andai avanti e più il tempo passava e meno cose succedevano in pista, e meno cose succedevano in pista e più aumentavano le parole dei cronisti. Ed io non potevo più dormire e sognare in pace.
Nel 1997 la Rai tornò in possesso dei diritti di trasmissione ma Mario non c'era più, era il momento di Gianfranco Mazzoni e dei suoi countdown alla partenza, il suo emozionarsi per Michael Schumacher (non ho mai capito come facesse), Ivan Capelli e Stella Bruno dai box, l'ingegner Qualcosa a spiegarci l'ultima novità aerodinamica di quei bolidi che ormai correvano sulle rotaie. Io crescevo e nelle notti autunnali rimanevo a letto.
Mario Poltronieri portava il suo impeccabile stile a Odeon TV e poi a Telenova (che pena), intervallando queste esperienze con un naufragato tentativo di diventare europarlamentare nelle fila di Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini (che strazio).
Chissà dov'è oggi Mario Poltronieri. Magari ci sarà un nipotino da cullare con il racconto di quando vedeva gli uomini volare, col suo stile.