Ho avuto una consapevolezza.
Eh caspita, ogni tanto capita anche a me!
E' stata una folgorazione. Non so cosa stessi pensando esattamente.
All'improvviso sono stata folgorata da questo pensiero:
se le cose chi mi stanno intorno sono per me fonte di condizionamento...
se le persone che mi circondano mi condizionano con i loro atteggiamenti, le loro critiche e con i loro giudizi e pregiudizi...
se mi lascio condizionare dalle parole che sento, anche se non sono rivolte direttamente a me...
Credo che tutti, o comunque in molti, siamo più o meno soggetti a questo meccanismo.
E molto spesso ciò che assorbiamo sono le sensazioni negative.
Può essere che, anch'io a mia volta, condizioni le persone che sono a stretto raggio di azione della mia influenza.
Sicuramente anch'io in qualche modo condiziono gli altri, con le mie azioni ed il mio modo di pormi, senza volerlo e senza saperlo.
Pensa come sarebbe bello se riuscissi a tasmettere sensazioni piacevoli e positive che riescono a far star bene me stessa e anche chi mi sta intorno.
Sarebbe magnifico!
E così mi sono accorta che mi stavo lamentando... solo perchè qualcuno ha dichiarato che non sopportava più questo lungo inverno.
E a seguire tutta una catena di discorsi contro questo "povero inverno" che non fa altro che eseguire il suo compito!
Perchè allora non invertire il processo? Mi sono chiesta: Come posso fare per trasformare questa modalità?
La risposta è piuttosto ovvia, sostituendo la lamentela con la gratitudine.
L'abitudine di lamentarci è talmente forte che quasi non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Quante volte ci conformiamo ai pensieri degli altri, lamentandoci magari di cose che in realtà non ci importano nemmeno?
La lamentazione è l'esatto contrario della benedizione.
Mentre ci lamentiamo, stiamo maledicendo, cioè dicendo male. Maledire in effetti significa: dire male; benedire: dire bene.
Consdiretato che siamo sempre gli artefici del nostro malessere e di conseguenza della realtà che percepiamo, quando sono infelice, io sono l’artefice della mia infelicità e di quella di chi mi sta accanto.
Voglio e posso invertirne il percorso: scelgo e decido di essere respondabile del mio ben-essere.
Se sono felice, sono io l'artefice della mia felicità e semplicemente con un sorriso e una piccola benedizione, esprimendo gratitudine, posso fare e attrarre cose grandiose.
Si chiama Metanoia (con l'accento sulla prima a) e cioè cambiare volontariamente la direzione dei nostri pensieri, trasformando.
Non mi resta che... mettere in pratica!
Ho avuto una consapevolezza.
Eh caspita, ogni tanto capita anche a me!
E' stata una folgorazione. Non so cosa stessi pensando esattamente.
All'improvviso sono stata folgorata da questo pensiero:
se le cose chi mi stanno intorno sono per me fonte di condizionamento...
se le persone che mi circondano mi condizionano con i loro atteggiamenti, le loro critiche e con i loro giudizi e pregiudizi...
se mi lascio condizionare dalle parole che sento, anche se non sono rivolte direttamente a me...
Credo che tutti, o comunque in molti, siamo più o meno soggetti a questo meccanismo.
E molto spesso ciò che assorbiamo sono le sensazioni negative.
Può essere che, anch'io a mia volta, condizioni le persone che sono a stretto raggio di azione della mia influenza.
Sicuramente anch'io in qualche modo condiziono gli altri, con le mie azioni ed il mio modo di pormi, senza volerlo e senza saperlo.
Pensa come sarebbe bello se riuscissi a tasmettere sensazioni piacevoli e positive che riescono a far star bene me stessa e anche chi mi sta intorno.
Sarebbe magnifico!
E così mi sono accorta che mi stavo lamentando... solo perchè qualcuno ha dichiarato che non sopportava più questo lungo inverno.
E a seguire tutta una catena di discorsi contro questo "povero inverno" che non fa altro che eseguire il suo compito!
Perchè allora non invertire il processo? Mi sono chiesta: Come posso fare per trasformare questa modalità?
La risposta è piuttosto ovvia, sostituendo la lamentela con la gratitudine.
L'abitudine di lamentarci è talmente forte che quasi non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Quante volte ci conformiamo ai pensieri degli altri, lamentandoci magari di cose che in realtà non ci importano nemmeno?
La lamentazione è l'esatto contrario della benedizione.
Mentre ci lamentiamo, stiamo maledicendo, cioè dicendo male. Maledire in effetti significa: dire male; benedire: dire bene.
Consdiretato che siamo sempre gli artefici del nostro malessere e di conseguenza della realtà che percepiamo, quando sono infelice, io sono l’artefice della mia infelicità e di quella di chi mi sta accanto.
Voglio e posso invertirne il percorso: scelgo e decido di essere respondabile del mio ben-essere.
Se sono felice, sono io l'artefice della mia felicità e semplicemente con un sorriso e una piccola benedizione, esprimendo gratitudine, posso fare e attrarre cose grandiose.
Si chiama Metanoia (con l'accento sulla prima a) e cioè cambiare volontariamente la direzione dei nostri pensieri, trasformando.
Non mi resta che... mettere in pratica!