Magazine Diario personale

Elvis morì d’infarto a..42 anni..

Creato il 26 febbraio 2012 da Gianpaolotorres

« Da piccolo, ero un sognatore. Leggevo i fumetti e diventavo l’eroe della storia. Guardavo un film, e diventavo l’eroe del film. Ogni sogno che ho fatto si è avverato un centinaio di volte. »
(Elvis Presley).

Elvis morì d’infarto a..42 anni..
Elvis morì d’infarto a..42 anni..

  

 +Elvis e Whitney..due morti  precoci…+


Il successo in campo artistico non è semplice da raggiungere soprattutto se sei donna e di colore.
Ci puoi arrivare di solito dopo avere fatto molti sacrifici.
Poi,entrato nel mondo dei famosi scopri che la medaglia ha pure un’altra faccia.
La solitudine e lo stress, come compagnia quotidiana.
Non conosco la vita professionale ne privata di Whitney Houston che è morta a 48 anni,posso solo interrogarmi su come una persona che ha tribolato tanto per avere i riflettori puntati su di lei e sul suo lavoro si sia lasciata abbattere nella vita privata a tal punto da morirne.
Non era una signora senza arte ne parte che eventualmente si rivolge all’alcool ed alla droga per vedere una realtà quotidiana più bella di quanto già non sia,un’artista di successo ha del denaro,forse troppo a volte,si può togliere le voglie materiali che desidera,è famosa,conosciuta,se esce di casa la fermano per strada,la invidiano,ma come poi si veda nello specchio al mattino quando s’alza,noi non lo sappiamo.
Lo sanno forse solo gli intimi ed i medici che la possono aver avuto in cura.
In Italia risultano dalle statistiche più recenti che ci siano 300 mila tossicodipendenti,la maggior parte da eroina.E’ un esercito.
Solo la metà di essi frequenta delle comunità terapeutiche.
Per overdose le morti si sono stabilizzate attorno alle 500 unità l’anno,circa 10mila in tutta Europa.

L’idea che uno si fa del drogato è che sia un abbandonato senza una famiglia solida attorno a se,ma non è sempre vero,o un emarginato che si rifugia con i propri tormenti in un paradiso artificiale che non è in grado di  mantenere,dato l’alto costo della droga,e che quindi si rivolge al crimine per avere dei soldi,e finisce in gattabuia.

A me come a tutti voi sarà successo di conoscerne qualcuno,anche perché il drogato a volte è ben altro che non un povero emarginato.
E’ un figlio di un ricco,al contrario,o è un benestante che può avere una doppia vita.
Ha il suo impiego e si droga di tanto in tanto con un tiro di coca in una riunione sociale o bevendo in compagnia di amici ed amiche,fa infatti fine in certi ambienti,o se nulla facente e mantenuto,passa il giorno dormendo per recuperare le forze,per poi si butta in una serata “in”che diviene un’abitudine,con bicchieri e stupefacenti.
Sono persone deboli che non trovano un riscatto nella professione, o dei mezzi sconfitti rispetto alle aspettative di mamma e papà,o possono anche essere dei semplici depravati che non si sono scomodati troppo per cercar di meglio.

Vari benestanti che ho conosciuto alle Indie dediti al vizio,erano per lo più come li ho or ora descritti.
Li potevi dividere in saltuari ed affezionati costanti.
Tra i saltuari ed i costanti c’erano pure delle personalità di spicco,come da noi.
Se ad ogni rovescio che ti piove addosso dovessi rivolgerti ad una droga staremmo freschi,anche perché già ci sono in commercio psicofarmaci per tutte le evenienze onde lenire il dolore di vivere, dal prender sonno,al quando ti senti giù di tono,per quando hai la luna storta, e non manca un bicchierino da metterci sopra, per consolarsi di qualche disavventura amorosa.
Che le cose possano non andare sempre bene lo dimostrano i tempi in cui viviamo,provate a pensare ai disoccupati,ai cassa integrati,ed ai frustrati…tanti e con famiglie a carico.
Nessuno di loro in realtà può essere contento di una posizione sociale che ti penalizza,di dover affrontare giornate intere vuote di ogni occupazione,vincendo la depressione che ti attanaglia quando ti resta solo come medicina fare delle lunghe passeggiate solitarie,mentre pensi agli altri che sono in ufficio..e tu,no.
O pure avere in casa un partner od una partner,quando sei in ascesa,o in discesa,che ti aiuta a spingerti più sù facendoti provare qualche ebbrezza che poi ti lascia il segno.
Anche questo lo chiamano amore.
Di solito è già come si dice in gergo,da sfigato,attaccarsi a della “roba”,ma volerlo fare in compagnia di un innocente per penalizzare qualcuno che vale più di te , è una vocazione alla violenza non solo per diffondere il contagio,ma per far scendere di livello chi ci casca.
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Vedete,da ragazzi,soprattutto, in giro per il mondo,se ti trovavi a far conversazione con qualche sconosciuto,poteva saltar fuori una sigaretta fatta con dell’“erba”,che ti passavi di labbra in labbra nella compagnia,come fosse un calumet della pace,quello che si fumavano gli indiani sotto il taipee.

Era una specie di rito socializzante,per rilassarsi quell’attimo e ridere insieme,o se lo facevi andando a letto,ti conciliava il sonno. Ma il tutto finiva lì.
Poi son arrivate delle “medicine” ben altro che l’acqua di fuoco delle praterie,della robaccia che ti spediva al creatore o ti rimbambiva.Allucinogeni,eroina e cocaina.
L’alcool poi si sposa bene con tutto.

+
Basta leggere come andasse tra gli artisti dell’ottocento e quanti si facessero d’assenzio.
Pareva che Parigi fosse a base di veleno verde smeraldo trangugiato al bar, per darsi quella spintarella e dimenticare la miseria di cui erano circondati un po’ tutti gli strati della popolazione povera.
La rivoluzione industriale mettendo a stretto contatto le masse prelevate in quantità, dalla campagna,li riduceva ad una condizione di vita peggiore di quella da cui erano partiti.
In campagna,nell’agricoltura,la vita era senza dubbio più sana,ma meno redditizia e più faticosa della catena di montaggio in città.

+Uscire dal proprio ambiente è altrettanto accompagnato dalle solite due facce,soprattutto per un signor nessuno che all’improvviso imbrocca la canzone giusta e diventa ricercato, e miliardario.
La vita sociale ti diventa programmata dagli sponsors,ti fai amici nuovi che di solito ti rastrellano dei soldi,trovi sorrisi di convenienza in quantità,e sul lavoro puoi avere degli stress tali da portarti all’infarto in giovine età come successe ad Elvis Presley.-

In amore poi,è come una lotteria.
Salvare la propria identità diventa sempre più difficile,anche perché se ti gira storta all’improvviso,ed invece degli applausi ti arrivano dei fischi,torni all’improvviso indietro di cent’anni,e sei abbandonato d’immediato da tutti coloro che ti puntellavano,mordendo la loro parte dal successo altrui.
La sera i vecchi amici son lontani, e ti fai un bel bicchiere in casa,invece di stare al bar in compagnia,ed il bicchiere non è quel toccasana per chi già inizia a vedersi la vita più intrigata di quando sale osannato su di un palco.

Saper mantenere il successo e durare nel tempo è da professionisti con la scorza dura,nel mondo dello spettacolo son rari i personaggi che abbiano saputo mantenere integra anche la famiglia.

Ci vuole dell’umiltà,e molta,per non farsi condizionare dall’ambiente e saper dosare il proprio talento.
E non tutti ce la fanno.
Se pensate al vecchio Adamo,il nostro progenitore,cui Iddio diede il lavoro.. come punizione e pure il dover guadagnarsi il pane con il sudore della propria fronte,e vi guardate attorno, a quanti lavorino sino a cent’anni di età,pur non avendone bisogno,vuol dire che l’uomo prende.. come fosse un premio..quella che era..in origine una punizione..ovvero che tanti valori risultano stravolti.

Certo,non per tutti.

Ne convenite..?

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Per conoscenza,allego il sito di Crossroads,la comunità terapeutica creata da Eric Clapton contro le tossicodipendenze ad Antigua nelle West Indies.

 http://crossroadsantigua.org/

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