
Emanuel Gat, Organizing Demons
Il Festival di danza contemporanea MilanOltre, da martedì 1 a venerdì 4 ottobre, ha offerto al pubblico un focus sul Ballet National De Marseille. Martedì 1 e mercoledì 2, è andato in scena Moving Target, con le coreografie di Frédéric Flamand, lavoro emblematico della relazione tra danza e architettura tipica di Flamand, nonché risultato della prima collaborazione con gli architetti newyorchesi Diller e Scofidio. Coreografia liberamente ispirata ai diari di Nijinsky, densa di dissonanze e opposizioni tra vissuto e virtuale. Venerdì 4 ottobre, nella Sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini, il Ballet National De Marseille ha danzato la coreografia Organizing Demons dell’israeliano Emanuel Gat.
Arte fluida, elegante, musicale. Un pezzo raffinato e al tempo forte, una composizione in cui il piacere di danzare, dentro linee liquide, accurate e melodiose, umanizza la bellezza e la fascinazione del suo lavoro con i suoi piccoli enigmi. Una virtuosa scrittura sensuale e audace.
Quella di Emanuel Gat – ricordiamo per esempio Brilliant Corner – è una continua e virtuosa invenzione, messa in discussione, rielaborazione e ripensamento delle relazioni tra i danzatori, delle dinamiche nello spazio, di ogni singolo gesto/segno, dei suoi sviluppi, o conseguenze; una sensuale, voluttuosa e ammaliante indagine del corpo, carne e ossa, come dell’individuo nello spazio e in relazione allo spazio, attraverso lo scandaglio – anche interiore – del peso, della gravità, del ritmo.

Emanuel Gat, Organizing Demons
Il corpo diventa sismografo dell’attività coreografica e rivelatore di tutte le possibilità che esso ha di restituire strutture che posseggono, ognuna, una verità fondamentale. La danza è innata, in una scrittura coreografica che sembra seguire sempre la metodologia compositiva musicale. Un meraviglioso senso del movimento, che cerca nuovi modi per capire le cose attraverso regole e meccanismi sempre più complessi che esaltino la danza pura. Contrapposizione di silenzio e sonorità, viaggio in una struttura coreografica all’insegna di stasi e movimento.
E la sensazione è di perdersi, meravigliosamente perdersi, in diagonali e angoli di risonanza, in un gesto anche minimo il cui tempo di inattività si trasforma in una colata di significati fino a rimbalzare in un’altra diagonale. Tutto si svolge e si muove in una semplicità disarmante, come se nulla mai potesse fermare il corpo e le relazioni tra le persone. Il respiro guida cambiamenti e mutazioni senza sforzo, in una grazia naturale. La firma di Emanuel Gat, uno stile in continua evoluzione ma preciso, identificabile.

Emanuel Gat
Una coreografia che aiuta ad entrare in contatto con il presente. Perché la danza contemporanea è anche la voglia di affrontare l’importante complessità delle cose, da una diversa angolazione.
Federicapaola Capecchi
MilanOltre Festival 2013

MilanOltre prosegue fino al 13 ottobre 2013, per vedere il programma http://www.milanoltre.org/home.asp
