Che l’emergenza rifiuti a Napoli fosse un grande business, operato sulle spalle dei contribuenti napoletani che ci rimettono la faccia e la dignità, è ormai il segreto di Pulcinella.
Un best seller, un film di successo, sacchetti per strada, folle esasperate? E l’indignazione montava così come le teorie a base di razzismo sulla inciviltà insita nel popolo napoletano, incapace di gestire i propri rifiuti.
Poi piano piano, la nebbia della Terra dei Fuochi (dove la gente continua a morire di patologie tumorali nel silenzio generale) si è iniziata a diradare e si scopriva che tra le province di Napoli e Caserta (con qualche puntata sul litorale flegreo) venivano smaltiti rifiuti tossici di aziende del Nord.
E, ancora, alcune intercettazioni rivelavano che una cricca veneta speculava sull’emergenza rifiuti in Campania aumentando, ad arte, i costi per il noleggio di attrezzature e macchinari per la raccolta.
Ed il Corriere della Sera iniziava a raccontare come si arricchiscono su al nord: http://ilazzaro.altervista.org/monnezza-a-napoli-ecco-come-si-arricchiscono-le-aziende-del-nord/
Qualche mese dopo, il Mattino riportava la notizia secondo cui il famigerato termovalorizzatore di Acerra, costruito dalla padana Impregilo, sarebbe costato ai napoletani il 50% in più del dovuto: http://ilazzaro.altervista.org/rifiuti-in-campania-i-napoletani-pagano-il-termovalizzatore-impregilo-2-volte/
Intanto, a vicende alterne e con costi sempre maggiori per i napoletani, si cercava di mettere una toppa ad estemporanee emergenze di monnezza che alimentavano lo “sputtanapoli” e umiliavano gli abitanti della città di Partenope.
Tutto, ovviamente con un motivo preciso.
E veniamo ad oggi.
Riempiamo da questo in punto in poi della storia, il testo, di un condizionale d’obbligo, visto che nessuno è colpevole sino alla pronuncia del terzo grado di giudizio (così dicono): il quadro della cronaca giudiziaria odierna è inquietante.
Raffica di arresti per una operazione volta a porre fine ad un sistema per gonfiare i costi dello smaltimento dei rifiuti, il Sistri, che non sarebbe mai partito.
Che cosa è il Sistri? Dal sito: Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione per permettere l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania.
Poi sul Mattino di oggi si legge: Il segreto di stato apposto al progetto Sistri sarebbe stato utilizzato allo scopo di affidare l’appalto senza bandire alcuna gara. [...] Gli inquirenti ricordano che «tutti i soggetti ascoltati hanno reso dichiarazioni che confermano la strumentalizzazione del procedimento al fine di favorire l’affidamento dell’appalto alla Selex», società del gruppo Finmeccanica. Il segreto di Stato fu successivamente derubricato in segreto amministrativo e infine eliminato del tutto. (fonte Il Mattino)
Continua qui: http://ilazzaro.altervista.org/emergenza-rifiuti-a-napoli-magna-magna-generale-e-i-napoletani-ci-rimettevano-la-faccia/