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Emir e i 300.000 bambini soldato.

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
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“Non ho paura. Siamo preparati alla guerra.”
Koshe, 14 anni.

“Sono stato sempre a Dobrinja, un quartiere sotto assedio durante la guerra. Senza acqua, senza cibo, senza gas, senza la possibilità di condurre una vita normale. Ero membro del terzo battaglione della quinta truppa.”
Narcis, 11 anni
.

“Ho visto persone a cui hanno tagliato le mani; una bambina di dieci anni violentata e uccisa; ho visto uomini e donne bruciati vivi. Tante volte ho pianto dentro di me, non osavo farlo ad alta voce”
Una ragazzina di 14 anni, senza nome.

“C’era un uomo che piangeva, le sue ginocchia tremavano e perdeva sangue dall’orecchio. Mi guardava, poi qualcuno gli ha sparato, l’ha raccolto e l’ha spinto nel buco. Ricordo che alla fine della giornata, quando tutti erano morti, delle ruspe enormi hanno coperto il buco con la terra. Siamo tornati al campo che era già notte.”
Emir, 12 anni.

La Croatia’s Association of Underage War Volunteers of the Homeland War stima che circa 3.000 bambini abbiano combattuto nelle guerra in Croazia, tra il 1991 e il 1995.

In una relazione di Kofi Annan alle Nazioni Unite del 2000, si stima che in tutto il mondo circa 300.000 siano i bambini costretti o indotti a partecipare alla guerra. I loro ruoli sono vari: cuochi, spie, emissari, ‘mine clearer’ (il cui computo è cioè bonificare i campi minati), giocattoli sessuali, soldati. Non è raro che i bambini partecipino attivamente ai crimini più efferati, come stupri e massacri. Negli ultimi dieci anni, la situazione non è migliorata: nel mondo sono centinaia di migliaia i bambini che partecipano a un conflitto, e, secondo l’UNICEF, circa 10 milioni che soffrono di traumi causati dalla guerra. In Libia, ad esempio, proprio mentre sto scrivendo, i bambini combattono su entrambi i fronti, per Gheddafi e per i ribelli supportati dalla NATO.

Emir è un personaggio di Zagreb, non è mai esistito. La ragazzina di 14 anni senza nome, Koshe e Narcis sono bambini che la guerra l’hanno fatta davvero.

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