Carrére appartiene alla schiera degli scrittori sapienti, preparati. E' uno che non si fa cogliere in fallo, perché conosce ogni singola sfumatura dei suoi personaggi. Le storie, i luoghi e i personaggi li guarda prima con circospezione e poi li aggredisce, perché lui deve arrivare alla loro anima, deve catturare la loro essenza, che poi inevitabilmente e sapientemente restituisce ai suoi lettori. Anche in Il regno, edito Adelphi, Carrére parte alla ricerca dei suoi personaggi e della sua verità. Una ricerca partita molti anni fa, quando un Carrère giovane e affamato ha iniziato a studiare i vangeli. Lo scrittore, infatti, ha scavato, recuperato e sezionato quella dose di realtà che è stata celata da due millenni di dottrina. Perché alla base de vangeli c'è la realtà. Una realtà raccontata da uomini che hanno saputo cogliere lo straordinario messaggio del cristianesimo e ce lo hanno restituito sotto forma di racconto."Chi ha scritto i vangeli è un artigiano della parola" dice Carrère "e noi che scriviamo possiamo cogliere e restituire l'essenza di personaggi che, prima di potare l'aureola, sono stati inevitabilmente uomini"."La religione ci permette solo di essere interessanti a noi stessi. Indagare e scrivere della sua componente storica, ci permette di restituirne la sua (essenziale) componente umana, senza disperderne la grandezza del messaggio". Un libro impegnativo e ambizioso, per uno scrittore che ama reinventarsi e rifugiarsi nei sapienti ritratti dei suoi protagonisti.Uno scrittore dallo humor pungente, ma raffinato, che aiuta i lettori a staccarsi dall'immagine tronfia e superba che ci ha sempre restituito una certa critica.Un Carrére scrittore e personaggio, che per raccontare l'esperienza la fa passare attraverso il suo corpo. Una costante e continua ricerca della verità messa a servizio della grande narrativa.Alla prossimaDiana