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Emozioni & Emoticon - intervista a Paolo Civati

Creato il 24 marzo 2011 da Bussola
Non ce la farò mai a fare questa telefonata….che faccio… chiamo e dico…. Pronto ciao Paolo Civati sono Bussola quella che ti deve fare l’intervista…..Chi?????????????????? come minimo mi risponderà……Ehmmm Bussola….si Bussola…dovrebbero avertelo detto in teatro….a questo punto riattaccherà certo…..
Ok….chiamo….
1…2…3… si ce la posso fare
Uno squillo…due squilli…non riesco ad aspettare il terzo squillo e riattacco.
Sono proprio una pappamolle.
Respiro forte…. Ce la devo fare
3….4…7….
Uno squillo…. Questa volta risponde subito
– Pronto? – sento la voce dall’altra parte della cornetta…
-Pronto… Sono uslaa –
-Chi????????????-
Ecco lo sapevo!!!!
- Sono Bussola, ti disturbo? Ti dovrei fare l’intervista… non so se….-
- A si dimmi pure, me lo avevano detto dell’intervista….no non disturbi stavamo in un momento di pausa dalle prove-
Dall’altra parte del filo c’è casino…non lo sento bene….probabilmente gli altri attori in pausa
- Ok,allora ….io avevo preparato alcune domande….se sei pronto possiamo partire…. Attivo il registratore –
Mi dice che è pronto. Accendo il registratore, ma mi si impalla….
Merdina di un registratore accenditi.
Finalmente il registratore si sblocca e parte. Dio si lodato!
- Eccomi. La prima domanda è “Chi è Paolo Civati? Come e quando ti sei avvicinato al mondo del teatro?”
Ok lo so…non brillo di originalità ma da qualche parte bisognava pur partire.
Fortunatamente non è turbato dalla domanda, lo sento rispondere.
-Beh, Paolo Civati sono io, se non sbaglio....Sono di Como e più o meno da quando avevo diciassette anni ruoto attorno alle “ Storie”. Sono diplomato all'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma, come attore, e alterno lo scrivere al recitare e al dirigere. Mi spiego: amo fare l'attore ma non sempre e non con tutti e siccome è un lavoro difficile da fare ma soprattutto da trovare ad un certo punto, nel 2005, mi sono detto “Ma perché non fai anche qualcosa che interessa a te e che non dipenda solo dalla volontà degli altri?”. E così è iniziato il tutto. Scrivo da sempre e mi piace guardare, posso farlo per ore, inoltre mi diverte inventare le situazioni, ovviamente con la collaborazione dei miei colleghi. La scrittura in Teatro, per me, vuol dire tante cose; si scrive anche quando si sceglie di far ridere un attore in un punto preciso o quando si inserisce un brano musicale oltre che quando si usano le Parole scritte precedentemente o inventate sul palco. Non c'è una regola, l'interessante è essere aperti a trovare codici diversi per ogni spettacolo che si vuole fare e quindi per ogni argomento di cui si desidera parlare. Non ho mai fatto l'attore nei miei lavori, distinguo molto bene i ruoli, dentro me, e poi sono troppo paranoico e pignolo per potermi permettere di non controllare “la nave da lontano”....
Parto con la seconda domanda
-Sei al teatro Vittoria fino al 3 aprile con uno spettacolo dal titolo Emoticon. Quando ho letto alcuni estratti della trama tipo “uno spettacolo che gioca con i luoghi comuni e con le citazioni colte, che parla di sesso, di mestruazioni che non arrivano, di tette che non crescono, di corteggiamenti ridicoli” ho pensato “Oddio hanno fatto uno spettacolo su di me!”. A parte questa parentesi idiota… Quale è secondo te la forza di questo spettacolo? Proprio la possibilità che ha il pubblico di immedesimarsi nella storia?-
-E' difficile dire quale possa essere la forza, se ne ha una, di uno spettacolo. E' come sapere che cosa di te piace o non piace alla gente: a me piacciono i miei capelli (es) e credo di piacere per quelli ma magari sono le mie dita dei piedi la fonte di attrazione per gli altri. Credo che in questo caso funzioni il fatto che abbia scelto di parlare di storie piccole, piccoli dolori quotidiani e silenziosi, di farli raccontare da persone sole, spesso ignoranti, ma molto sincere; inoltre tutta la macchina sfrutta il gioco di specchi: gli attori in scena sono tutto il tempo spettatori degli spettatori stessi e dichiarano di essere coscienti dell'istante in cui stanno vivendo, si riferiscono, spesso, a quello che è appena accaduto, dichiarano di essere una piccola, litigiosa, amorosa e solitaria comunità di attori, e di esseri umani. Lo spettacolo ha una doppia chiave di lettura che passa, volutamente, attraverso la leggerezza: o ti lasci andare alle storie e ridi o ti lasci andare alle storie e ad un certo punto le risate diventano nere, amare. Questo dipende dalla sensibilità dello spettatore. Ma non è questione che ci riguarda...
- un’ultima domanda…cosa significa lavorare in teatro al giorno d’oggi? E cosa ti da il teatro?
- Lavorare in teatro è talmente un lusso, specie per me che non ho una lira, che non mi pongo più troppe domande. Sono cosciente dell'inutilità del mio mestiere e contemporaneamente del vuoto che lascerebbe nell'Uomo la sua assenza. Questa due cose assieme sono la condizione ideale per costruire, a mio avviso: se non lo fai (il Teatro) non gliene frega niente a nessuno, se lo fai devi continuamente convincere gli altri di quello che hai fatto, quindi vale la pena di sentirsi liberi e fare quello che ti pare con chi vuoi e in quanto tempo vuoi.....Ottimo no? Attualmente sto lavorando ad un progetto che porto avanti, a livello di scrittura, da parecchio tempo e stiamo iniziando a fare delle prove; a volte mi chiedo se, con tutto quello che accade nel mondo, ci sia bisogno di questa storia che non parlerà né di guerre ne di mafiosi né di precariato... Poi mi ricordo che il Nostro mestiere riguarda la Bellezza e mi dico “vai avanti e poi si vedrà”. Il testo si chiama, per ora, Parole e si cerca di parlare dei rapporti sotto vuoto tra gli Occidentali e dei dialoghi senza importanza che nascondono il nulla e l'incapacità di condividere il Silenzio e magari l'Ascolto. E' una commedia nera in cui non succede nulla, tranne tutto quello che non viene detto o non si riesce a dire. Il Teatro mi da la possibilità di non lasciare che le cose che osservo passino inosservate e volino via senza traccia, senza memoria. Oltre alla disoccupazione costante e all'impossibilità di comprare nulla a rate.....
- Ok, per me può bastare. Grazie mille per la tua disponibilità. Un’ultima cortesia, mi puoi mandare una tua foto, mi piacerebbe aggiungerla nel post, tanto perché si possa associare all’intervista un volto. –
-Certo, nessun problema. Te la invio questa sera dopo lo spettacolo. Grazie a te per l’intervista.-
La mattina successiva,trovo la foto.
Emozioni & Emoticon - intervista a Paolo Civati
O madonnina santa! Ed io a costui ho detto che ho le mestruazioni che non arrivano e le tette che non crescono!!!!!!!!

EMOTICON
di
Paolo Civati
con
Anna Amato
Manuela Congia
Elisa Di Eusanio
Valentina Fois
Roberto Manzi
Paola Michelini
Assunta Nugnes
Alessandra Paoletti
Andrea Pinna
Antonio Puccia
Giacomo Vezzani
assistente alla regia
Federica Migliotti
luci
Emiliano Baldini
foto di scena
Gabriele Gelsi
ufficio stampa
Deborah Turcato
produzione
Attori&Tecnici
Emozioni & Emoticon - intervista a Paolo Civati

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