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Cosa dobbiamo fare allora? Lavorare sulle nostre credenze per rendere più probabili e facili le emozioni piacevoli. L’idea sarebbe di togliere tutti i limiti alle emozioni piacevoli e metterli a quelle spiacevoli.Ad esempio, credete di sentirvi entusiasti se qualcuno vi augura “Buon giorno!”; sembra stupido, ma si tratta di rivalutare tutti i piccoli gesti quotidiani che compiamo in automatico – generalmente senza apprezzarli. Imparate ad amare tutte le piccole cose, ad apprezzarle, a comprenderne il valore; associate le emozioni piacevoli ai piccoli gesti quotidiani.. e pensate a come vi sentireste a un evento importante! Se vi sentite felici e appagati con un cappuccino, immaginate come vi sentireste se doveste vincere un oscar! Non tocchereste il cielo con un dito… giochereste a salto in alto sulle nuvole! E’ molto importante saper valorizzare ogni nostro piccolo gesto, perché non cadremo nel rischio di sentirci inappagati quando ci “capiteranno” circostanze speciali – la sindrome dell’infelice vincitore del SuperEnalotto, del cantante di successo etc.. Sono casi esasperati, ma credo sia capitato a tutti di raggiungere un obiettivo importante e pensare “tutto qui….?”. Perché? Perché le belle emozioni risiedono in noi e dobbiamo imparare a “tirarle fuori” ogni volta che vogliamo, con gesti semplici, ringraziando per tutto ciò che abbiamo e di cui possiamo godere; le esperienze speciali allora avranno il loro giusto valore per noi e sapremo massimamente apprezzarle, con emozioni stupende. Se impariamo ad associare la felicità a gesti semplici, non sarà possibile “deprimersi dopo una vittoria” – manterremo salda la nostra felicità, la alimenteremo, ci sentiremo più soddisfatti e più contenti.
Parallelamente, dobbiamo scegliere credenze che pongano limiti insuperabili per le emozioni sgradevoli: se vi reputate una persona che si arrabbia per qualsiasi cosa, sarà così – e vivrete pieni di rabbia e angoscia. Se invece pensate che nulla può farvi arrabbiare/irritare, che vi sentite contenti e mandate amore sempre, comunque vada, che sapete cogliere sempre il lato positivo e scherzoso della situazione, che sapete imparare dalle vostre esperienze.. beh, non vi arrabbierete mai più. Senza scherzare, io è almeno un anno che non mi arrabbio; se qualche volta mi irrito, abbasso la guardia e cerco di capire quali sono le credenze che scatenano il mio provare irritazione o fastidio in quella circostanza. Attraverso questo lavoro, mi sono resa conto di quanti schemi preconcetti abbiamo, provenienti dalle fonti più disparate: film, famiglia, amici.. Vi faccio un esempio: io non ho mai provato fastidio quando il mio fidanzato si presentava in ritardo; semplicemente, sapevo che lavorava fino a tardi, che era possibile accadessero degli “imprevisti” per il lavoro che faceva. Non mi sono mai preoccupata né allarmata, né mi sono mai arrabbiata con lui.Finché.. finché non ho ascoltato l’opinione di mia madre, delle mie amiche e della maggior parte delle persone che conoscevo riguardo al fidanzato-in-ritardo. Penso che non debba spiegarvi nulla. Sta di fatto che mi sono lasciata condizionare da queste opinioni (non volontariamente, chiaro) e da quel periodo in avanti ogni mia sera si trasformava in tragedia. Non è finita bene; ma vorrei sottolineare il fatto che prima di prendere in considerazione l’opinione altrui, io vivevo benissimo. Questo non significa che non dobbiamo mai ascoltare l’opinione altrui, ma piuttosto che possiamo e DOBBIAMO scegliere le opinioni da cui lasciarci condizionare, in modo che limitino al massimo le emozioni spiacevoli ed enfatizzino invece l’emergere di belle emozioni.
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