“Enendeni” è la giovanissima rivista dei missionari della Consolata del Tanzania,ultima nata in casa, rispetto alle altre “sorelle” sparse già da tempo in Africa e negli altri continenti.
Infatti la prima copia di “Enendeni” è andata in stampa appena nel 2003.
E non c’è affatto enfasi se, riferendoci ad “Enendeni”, la denominiamo con simpatia un “tesoro”, perché in effetti ”Enendeni”, che in swahili significa “andate”,dal noto perentorio “comando” di Gesù, redatta tutta in swahili, è finora una delle poche e valide riviste cattoliche, presenti sul territorio del Tanzania.
Una rivista, senza tema di smentita, fatta anche molto bene e questo fino dagli esordi. Apprezzata anche negli ambienti di cultura del Paese.
Il Tanzania, come del resto quasi tutti gli altri Stati africani( e noi lo sappiamo), presenta una popolazione giovanile numerosa, che sovente è curiosa e motivata, e che agogna e sogna, come è giusto che sia, lo sviluppo.
Certamente uno sviluppo all’africana ma proiettato anche un poco verso quella parte di mondo, da cui arrivano, ad esempio, le nuove tecnologie.
Quelle che tanto attraggono e che facilitano la sospirata comunicazione, specie lì dove le distanze tra un luogo e l’altro sono spesso notevoli e, quindi ,quasi impossibili da essere colmate agevolmente.
E conosce, mi riferisco sempre al mondo giovanile, pochi o molti che siano i propri mezzi economici a disposizione, anche l’importanza dell’istruzione e della necessità non tramandabile di un’adeguata formazione professionale, perché l’ obiettivo prefissato possa appunto essere raggiunto come nelle aspettative.
“Enendeni”, che si rivolge alla chiesa locale, perché cresca in animazione, grazie a sussidi specifici relativi a modalità di pastorale missionaria, è anche una proposta alla gente comune, che può trovarvi informazioni utili, stralci di spiritualità, testimonianze e tanto altro.
Attualmente però si offre in particolare ai giovani tanzaniani per accompagnare la loro crescita umana e civile in una società complessa ormai anche laggiù.
E’ uno strumento prezioso-alcuni giovani dicono.
E’ un po’ impegnativo ma ci piace leggerlo- incalzano, a conferma, altri.
E sono quei giovani, ragazzi e ragazze che, per disparati motivi, hanno avuto modo di frequentare degli incontri al “Consolata Mission Centre”, di Bunju, periferia di Dar es Salaam, un complesso residenziale nato anni addietro da un’idea di p. Giuseppe Inverardi, e che è anche sede della rivista.
Al “Consolata Mission Centre” trovano accoglienza e ospitalità le differenti confessioni religiose del Tanzania. E, talora, anche alcune rappresentanze della società civile come possono essere organizzazioni non governative, scuole, università, sindacati.
Gli sforzi dei missionari della Consolata in Tanzania allora, negli ultimi tempi, stanno andando e vanno proprio in questa precisa direzione.
Lavorare cioé per i giovani. Fare crescere e bene i giovani del Tanzania .Come voleva il maestro-presidente Julius Nyerere.
E la sfida , pur nella sua complessità, ha comunque fascino. E impegna più che attivamente chi l’ha lanciata.
Intendo l’impegno in dispendio di uomini(forze fisiche) e di mezzi(denaro).
In quanto, è cosa nota, che nulla nasce dal nulla.
”Enendeni” è una rivista, al momento, modesta nel formato e nell’impaginazione ma il nuovo direttore, p. Francesco Bernardi, già per tantissimi anni direttore di “Missioni Consolata”, in Torino, morde il freno e galoppa, perché sogna di farne presto una rivista pari e magari anche un tantino più “in” rispetto alle altre omologhe dell’istituto.
E certamente ci riuscirà con l’impegno e la serietà che lo contraddistinguono e che, chi lo conosce professionalmente, non può non riconoscergli.
Ne sa qualcosa anche il paziente tipografo di Dar es Salaam quando il nostro p. Bernardi, dimentico del “pole –pole” tanzaniano, gli piomba come un “tigre” in tipografia e non è certo parco di rimproveri e per la qualità delle immagini,che non rendono, come vorrebbe, oppure per i rimandi nei tempi di consegna.
Bisogna comunque tenere presente lo sforzo, che è decisamente di tutti, perché “Enendeni” arrivi puntuale tra le mani e nelle case di chi ha piacere di leggerla.
In Africa tutto è complicato-ci ricorda lo stesso p.Bernardi- quando, un po’ più indulgente, aggiusta il tiro nei confronti dei disservizi locali.
Spesso -aggiunge- mi tocca correggere le bozze a lume di candela specie quando l’elettricità sparisce per ore e ore e, a volte, magari per due giorni di seguito.
Pazienza- mi dico. Tutto è grazia.
Certo m’incavolo- prosegue- quando, dopo aver macinato chilometri e chilometri su strade impossibili, arrivo in tipografia e ciò che mi occorre non è pronto. Ma poi mi pento.
Mi compenetro. L’Africa ha i suoi tempi, anche storici, e noi europei i nostri.
L’importante è la consapevolezza di essere qui solo degli ospiti, mai padroni in casa d’altri.
E mantenere vivo il dialogo in ogni circostanza.
Un dialogo-conclude- che sia collaborativo e quindi fattivo da entrambe le parti.
Perché anche l’Africa,anche il Tanzania, insegna. E io sto imparando.”Enendeni”, il “tesoretto” dei simpatizzanti, mi costringe, infatti, giorno dopo giorno, non solo a calarmi nella lingua, e quindi nella testa e nel cuore dei tanzaniani ma , mentre insegno loro qualcosa, anche ad apprendere in cambio tantissimo altro, a mia volta.
E questo è bello e molto buono.
di Marianna Micheluzzi