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Energia: i rischi della decarbonizzazione

Creato il 14 dicembre 2013 da Ecoseven @EcoEcologia

I rischi che l’attuale scenario energetico comporta per la decarbonizzazione del settore elettrico e la competitività europea

Energia: i rischi della decarbonizzazione

 

Lo European Gas Forum (EGaF) ha pubblicato oggi sul proprio sito (www.europeangasforum.eu) un nuovo studio sugli sviluppi del settore europeo della produzione elettrica fino al 2030. L’analisi mostra come le attuali politiche energetica e climatica europee rischino di incrementare le emissioni di C02, di appesantire ulteriormente le bollette dei consumatori e comportino un rischio crescente per la sicurezza degli approvvigionamenti.

Lo studio valuta l’impatto della netta divergenza tra la congiuntura attuale e il piano d’azione verso la decarbonizzazione illustrato dalla Commissione europea nella Energy Roadmap 2050. La crisi economica, il basso livello dei prezzi dei certificati per l’emissione di CO2 (ETS), l’importazione di carbone a basso costo dagli Stati Uniti e il rapido sviluppo delle energie rinnovabili hanno portato alla chiusura di centrali elettriche a elevato livello di efficienza alimentate a gas,  mentre vecchi impianti altamente inquinanti stanno continuando a operare per un ammontare record di ore di impiego. Di conseguenza, le emissioni di CO2 del settore elettrico stanno crescendo invece di diminuire.

Il rapporto di EGaF, elaborato con il supporto di Pöyry, conferma il rischio crescente che il modello di generazione elettrica basato su carbone e rinnovabili possa diventare un sistema consolidato e di lunga durata. I ritardi negli investimenti in nuova capacità di generazione elettrica dovuti all’incertezza delle policy energetiche, il basso livello dei prezzi del carbone e i sussidi alle rinnovabili sono fattori che possono condurre l’Europa verso una situazione di completa assenza di alternative. Questo consoliderebbe uno scenario in cui l’Europa non riuscirà  a soddisfare i propri obiettivi di decarbonizzazione e in cui le bollette dei consumatori cresceranno entro il 2030 di almeno il 50% in termini reali. Nel contempo, la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico sarebbe più difficile da garantire, in ragione della mancanza di produzione elettrica flessibile alimentata a gas che possa sopperire al funzionamento intermittente delle rinnovabili.

Il proseguimento dello scenario di mercato e delle policy ambientali attuali rafforzerebbe l’utilizzo del carbone. Nel breve periodo l’impatto negativo delle emissioni di CO2 sarà mascherato dal raggiungimento dei target relativi alla diffusione delle rinnovabili. Il costo del potenziale supporto alle rinnovabili fornito dai sussidi supererà i 500 miliardi di euro nel 2030 ma, malgrado questa spesa, sarà una sfida enorme invertire il trend di rafforzamento del carbone e raggiungere gli obiettivi di lungo termine di decarbonizzazione dell’Unione europea.

Sono urgentemente necessarie misure forti e immediate in grado di favorire un mix energetico basato su gas naturale e rinnovabili.

In assenza di misure correttive, l’Europa perderebbe i benefici ambientali e di costo che deriverebbero da un mix energetico basato su rinnovabili e gas naturale flessibile e a basso contenuto di CO2, percorso più veloce e meno costoso per ridurre le emissioni mantenendo l’affidabilità del sistema elettrico.

·       In ragione di questo, alcune decisioni immediate vanno prese in merito alle policy europee:

 

·  Stabilire un obiettivo europeo unico e chiaro di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, al fine di portare i prezzi dei certificati di emissione di CO2 dagli attuali 5 euro per tonnellata di CO2 verso il prezzo di riferimento di 42,5 euro per tonnellata di CO2 al 2030 assunto nella Energy Roadmap 2050 pubblicata dalla Commissione Europea. Tale prezzo rappresenterebbe meno del 4% dei costi complessivi del sistema elettrico dell’Unione europea entro il 2030. Questa misura consentirebbe sia di raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2, valorizzando l’importanza delle centrali elettriche alimentate a gas, altamente efficienti, sia di supportare l’impiego delle energie rinnovabili.

 

·   Assicurare la tempestiva implementazione delle direttive dell’Unione europea relative alla qualità dell’aria. I policy maker devono resistere a ogni spinta verso deroghe e ritardi rispetto all’applicazione della Large Combustion Plant Directive (LCPD) e della Industrial Emission Directive (IED).

 

·   Alcuni schemi di supporto alle rinnovabili hanno pesantemente distorto le condizioni di mercato relative al funzionamento del settore elettrico e alle scelte di investimento di lungo periodo. I policy maker dovrebbero considerare, dove necessario, meccanismi di remunerazione della capacità di generazione elettrica per mantenere la sicurezza degli approvvigionamenti nel rispetto del percorso di decarbonizzazione al 2050.

 

·   Fornire gli incentivi opportuni per lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche a bassa intensità di CO2. Per esempio, l’attività di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) e le rinnovabili di prossima generazione andrebbero incoraggiate, evitando la prematura diffusione su larga scala di tecnologie non competitive.

 

EGaF ha dimostrato già in precedenti studi come il gas naturale sia la strada più veloce ed efficiente per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. Il percorso ottimizzato di riduzione della CO2 ipotizzato da EGaF per i settori di consumo civile, di trasporto e di generazione elettrica, delinea risparmi di costo complessivi tra i 400 e i 700 miliardi di euro fino al 2030. Questo equivale a circa 140-230 euro all’anno per ogni famiglia europea.

Lo studio pubblicato oggi evidenza il forte rischio che l’Europa, malgrado il continuo e  forte sostegno alle tecnologie legate alle rinnovabili, possa rimanere basata per decenni sull’attuale mix energetico altamente basato sul carbone e che dopo il 2020 ogni misura volta a correggere tale situazione si tradurrà in una sfida enorme.

Abbracciare un percorso combinato di gas naturale e rinnovabili non è soltanto la scelta più competitiva per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione ma è anche la via più sicura, poiché il carattere intermittente delle rinnovabili ha necessità di essere controbilanciato da fonti di generazione flessibili come il gas naturale.

 

 

14-12-2013

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