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Energia idroelettrica: importante per un futuro a basse emissioni

Creato il 28 ottobre 2014 da Valtercirillo

Energia idroelettrica: importante per un futuro a basse emissioni

Nel mondo sono in costruzione centinaia di dighe e migliaia sono programmate per la produzione di energia idroelettrica. Un'attività che viene portata avanti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, spesso senza la necessaria attenzione per gli aspetti ambientali, con il risultato di un serio rischio di danni alla biodiversità di acqua dolce.

È quanto sostiene uno studio dell'Università di Copenaghen, presentato al Sustainability Science Congress 2014 che si è tenuto nella capitale danese il 22-24 ottobre.

L'energia idroelettrica è di gran lunga la principale fonte rinnovabile: soddisfa infatti il 2,5% della domanda mondiale di energia primaria e oltre il 16% di quella elettrica. Per un confronto: tutte le nuove fonti rinnovabili sommate insieme (eolico, solare, geotermico, marina, escluse le biomasse) coprono poco più dell'1% della domanda di energia e il 3% di quella elettrica.

Si stima che siano in funzione circa 37.600 dighe di altezza superiore ai 15 metri, di cui 8.600 realizzate allo scopo di generare elettricità. Sono 32 i Paesi che utilizzano l'energia idroelettrica per oltre l'80% del proprio fabbisogno di elettricità, tra cui grandi Paesi come il Brasile, e nazioni europee come la Norvegia.

Da alcuni anni è in corso un boom di progetti e di costruzioni senza precedenti, per soddisfare il fortissimo incremento di domanda elettrica nei Paesi in via di sviluppo. Sono più di 3.700 le dighe in costruzione (630) o programmate (3.070), soprattutto nei Paesi con economie emergenti. Il calcolo considera tutte le centrali con potenza unitaria superiore a 1 MW.
Nei prossimi 2 decenni l'energia idroelettrica aumenterà la capacità installata del 73%, passando dagli attuali 980.000 MW a circa 1,7 milioni di MW.
Sono stime, ma basate sulle attività già in corso: del resto che siano attendibili lo testimonia l'evoluzione dei finanziamenti del settore, aumentati di oltre il 30% nel 2011 rispetto al 2010, e molto più che raddoppiati (+133%) nel 2012 rispetto al 2011.

Energia idroelettrica: il problema non è la tecnologia, ma l'uso che se ne fa

In effetti l'energia idroelettrica è indispensabile per la transizione verso un sistema a basse emissioni di carbonio nei Paesi in via di sviluppo: dal punto di vista energetico presenta infatti più vantaggi, con costi che nel lungo periodo sono molto bassi. Inoltre, gli impianti ben progettati e ben gestiti possono contribuire anche al controllo idrogeologico del territorio e si prestano per usi plurimi: agricoli, potabili, di trasporto, turistici e altro. Spesso è proprio per questi aspetti - in ogni caso tutt'altro che secondari - che non solo l'energia idroelettrica, ma anche i bacini e le dighe vengono apprezzati dai contadini, dagli operai e dagli operatori turistici locali, per quanto siano spesso criticati dai ricchi consumatori occidentali che rimpiangono le cascate e le rapide che spariscono, ma hanno difficoltà a vedere le persone che muoiono di fame e di stenti nelle vicinanze.

Come sempre, il problema non è la tecnologia, ma l'uso che se ne fa. Perché è sicuramente vero che sono state realizzate numerose opere discutibili, come pure è innegabile che gli impianti più grandi - quelli da centinaia o migliaia di MW - sono suscettibili di modificare in modo radicale vastissime aree di territorio. E dunque la prudenza è d'obbligo per ragioni che sono tanto sociali, quanto ambientali e naturalistiche.

Tra quest'ultimi la tutela della biodiversità è uno degli aspetti più importanti e anche più trascurati. Come giustamente avvisa lo studio danese, che però ha l'obiettivo non di penalizzare anche questa fonte di energia, ma di aiutare a utilizzarla in modo consapevole e sostenibile.

[ Valter Cirillo]
L'articolo è tratto da Ilfuturosostenibile.it, dove è stato pubblicato in data odierna

Energia idroelettrica: importante per un futuro a basse emissioni

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