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ENERGIA: Prima del Grande Freddo…

Creato il 02 dicembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 2 dicembre 2012 in Energia, Slider with 0 Comments
di Federico Crivelli

DSS

Manca circa un mese all’effettivo inizio dell’inverno, siamo nel pieno del passaggio verso il rigore invernale, e Mosca avvia i motori del suo progetto energetico (e geostrategico), volto a divenire il primo supplier globale e pronto ad “abbracciare” nuovamente un Europa che ha sete di gas naturale. L’attesa per la decisione finale in merito al tracciato definitivo della linea Sud del grande piano russo è giunta al termine. South Stream, il quale gode già della firma dei trattati di feasability con Bulgaria, Serbia, Ungheria, Grecia e Slovenia, è frutto di un Protocollo d’Intesa ENI – Gazprom, siglato nel giugno 2007 (a suggello di una Partnership ormai solida e riconosciuta in ambito internazionale, specie dopo l’esperienza di Blue Stream). Nei desideri di Mosca, la pipeline andrebbe ad intercettare il previsto aumento della domanda di gas naturale da parte europea, la quale andrà a toccare i 700 Bcm. (Miliardi di metri cubi), entro il 2020, fino ad un picco di +50% nei consumi, per il 2030.

La campagna portata avanti da Gazprom per affossare il Progetto Nabucco, sostenuto dalla Commissione Europea, sembra ormai avviarsi verso una conclusione vincente (specie dopo la riduzione strutturale operata in seno allo stesso Consorzio nella sua forma solo europea Nabucco West; cui si aggiunge una costante incertezza delle forniture, dei costi e dei tempi, in netto contrasto con la precisione ed il rispetto delle scadenze prefissate mostrato da South Stream: 7 Dicembre 2012, inizio della fase operativa). Nel novembre 2011, South Stream ha visto divenire parte del progetto i colossi energetici della “Vecchia Europa” assetata, EDF e Wintershall (entrambe già inserite nel Consorzio North Stream, ex NEGP), dimostrando la solidità dell’asse Parigi – Berlino – Mosca, cui si aggiunge, ovviamente Roma, grazie ad ENI). Resterebbe fuori solo il Regno Unito, ma già si ipotizza la realizzazione di una bretella che colleghi North Stream alla rete di distribuzione inglese, eliminando questa crepa ancora presente nel disegno del Cremlino.

Il marchio del colosso russo serve semplicemente come garanzia che ci sarà gas a sufficienza per riempirli, ma resta il dubbio sotterraneo che il successo strappato da Gazprom contro la Commissione sfruttando le debolezze, le amicizie personali (ved.si Schröder o Berlusconi), e l’incapacità di guardare oltre gli orizzonti del “proprio giardino di casa” dei Governi europei (basti qui ricordare le parole dell’ex Commissario Europeo per l’Energia, Andris Pielbags: «L’Unione Europea ha sì promosso il Nabucco a rango di “Progetto Prioritario”, ma ha anche, al contempo, lasciato liberi gli Stati membri di scegliere fra il sostegno al Nabucco e quello al suo concorrente più importante, il gasdotto South Stream»), possa tramutarsi in una “Vittoria di Pirro”, ovvero solo geostrategica e non economica. Il mercato europeo, bloccato dalla crisi, rischia infatti di rendere antieconomica la portata del progetto attuale.

E intanto Mosca guarda alla Cina

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Tags: Eni, esportazione energia, Federico Crivelli, gas, Gazprom, Geopolitica, nabucco, north stream, south stream, Unione Europea Categories: Energia, Slider


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