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Enrico Letta dixit: “io sono un grande fan di Berlusconi, ha fatto la storia d’Italia degli ultimi anni”

Creato il 24 aprile 2013 da Candidonews @Candidonews

Enrico Letta dixit: “io sono un grande fan di Berlusconi, ha fatto la storia d’Italia degli ultimi anni”

“Sarà sborone e bugiardo, ma io sono un grande fan di Berlusconi”, questa una delle tante affermazioni di Enrico Letta, il nuovo Premier italiano ‘fan’ del Caimano. Cos’altro dire di più? Leggete voi stessi:

18 settembre 2005, Ansa
“Sembrerà assurdo, ma se non si era ancora capito, io sono un grande fan di Berlusconi. Berlusconi ha fatto la storia d’Italia degli ultimi 10 anni, anche se vorrei che fosse meno sborone e raccontasse meno balle agli italiani. (…) Mantengo una linea molto critica con Berlusconi, ma vorrei fargli un appello inedito. Vorrei, a prescindere dall’esito delle prossime elezioni, dicesse subito che lui si impegna a rimanere nella vita politica italiana e a mantenere la sua leadership del Polo. Perché il mio grande timore è che un Berlusconi che pareggi o perda faccia un biglietto per Tahiti. Se Berlusconi facesse questo gesto sarebbe la tomba del bipolarismo italiano. farebbe precipitare il centrodestra indietro di 10 anni”.

15 settembre 2007, dal Corriere della Sera
“Nel mio governo ideale vorrei gente in gamba, anche se sta nella Casa della Libertà di Berlusconi: penso a mio zio Gianni, a Casini, a Tabacci, a Vietti e a Tremonti”.

30 novembre 2009, dal Corriere della Sera
“Come ha detto Bersani, consideriamo legittimo che, come ogni imputato, Berlusconi si difenda nel processo e dal processo. Certo, legittimo non vuol dire né opportuno, né adeguato al comportamento di uno statista… Se Berlusconi venisse condannato? Sono 16 anni che si parla di condanne, e non sono mai arrivate…”.

29 settembre 2011, dal suo sito personale
I contenuti della lettera di Draghi e Trichet rappresentano la base su cui impostare politiche per far uscire l’Italia dalla crisi. Qualunque governo succederà al governo Berlusconi dovrà ripartire dai contenuti di quella lettera”

(fonte, L’Espresso)

Dopo questo mare di idiozie partorite dalla bocca di chi, tra qualche giorno, siederà a Palazzo Chigi con l’appoggio del Caimano e la benedizione di Napolitano, Merkel ed i ‘mercati’, consoliamoci leggendo Giuseppe Civati e le sue considerazioni.

Meno male che Pippo c’è:

A scanso di equivoci, vorrei precisare che non sono stato coinvolto in alcuna decisione. Mi sarebbe anche piaciuto, ma vi segnalo, nell’ordine, che nessuno ha inteso consultarmi sulla scelta del nostro candidato alla Presidenza della Repubblica, Franco Marini, sulla possibilità di affrontare la questione Stefano Rodotà (come pure mi auguravo), sull’idea di archiviare velocemente Romano Prodi per andare al Colle a chiedere a Giorgio Napolitano il via libera per il suo secondo mandato. E anche sul governissimissimo sono stato sentito oggi pomeriggio e, giustamente, come tutti gli altri parlamentari, per sapere come la pensavo. Voi lo sapevate già. E il governissimissimo era già partito e il Pd aveva già dichiarato di sostenerlo, anche prima di conoscere la lista dei ministri. Era già tutto previsto (dal mai con Berlusconi al suo contrario).

Se lo scrivo è perché è giusto che non si confondano le idee agli elettori: le decisioni di questi giorni le hanno prese altri, che hanno discusso tra loro e che non hanno ritenuto di coinvolgermi in alcun modo, se non per gli interventi che liberamente ho fatto, all’assemblea dei parlamentari e con le prese di posizione dei giorni precedenti alle votazioni per il Quirinale.

Le decisioni le hanno prese altri, anche quelli che non hanno votato Prodi e che avendo vinto la loro battaglia ora potrebbero dichiararsi apertis verbis. Scusate se insisto, ma se non ci chiariamo su quel punto, è davvero un po’ difficile andare avanti. E non lo dico perché ritengo sia un fatto etico (ognuno ha l’etica che vuole, propria o di corrente), ma un fatto intrinsecamente politico. Perché sembra quasi che siamo finiti così per caso, e invece io penso che sotto sotto sotto ci sia un disegno. Forse inconsapevole per alcuni, ma per altri chiarissimo.

Il mio non è un richiamo all’ordine: è una precisa richiesta politica. Perché il paradosso è che si minaccia l’espulsione di coloro che si sono dichiarati e che sono scettici verso il governo Pd-Pdl. Mentre quelli che ci hanno portato qui, loro no, loro possono rimanere. Tranquilli e, a leggere le ultime cronache, anche beati.


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