Magazine Informazione regionale

Enrico Pea, Seravezza – Ospedale

Creato il 29 novembre 2013 da Paolorossi

Seravezza

Seravezza

Era di mattina e perfino entrava un po’ di sole dalle finestre a oriente in lungo nella corsia. Si stendeva ai piedi dei letti che stavano appoggiati alla parete dirimpetto alle finestre anche loro in fila ché la corsia era bislunga. Il mio letto stava a metà della corsia. Piegavo la testa: da una parte un finestrone a terrazzo (lo vidi quando potei alzarmi e aprirlo) dava verso il fiume. E aveva a parapetto un’inferriata ché il terrazzo non c’era.
Da quel finestrone aperto sul fiume si vedeva il più del paese e il meglio esposto al sole, ché, come abbiamo detto altre volte, una parte di Seravezza non gode sole per molti mesi dell’anno.

E dall’altra banda della corsia, nel mezzo della parete, c’era il Crocefisso e Maria con i lumini accesi anche di giorno. Una stenderia di letti di qua e di là dal mio, ma non in tutti giaceva un ammalato, ché anzi molti di quei letti erano vuoti.

Seravezza

Seravezza

[…] Il sole per tutta la giornata variò dalle finestre della corsia ai piedi del letto, il suo raggio ora dritto ora obliquo. Ma al tramonto, quando quelle finestre si raffreddano, rischiarate dall’aria già grigia, ecco all’improvviso dal finestrone una fiumana di luce guadagna la corsia via via che il sole rosso declina, si distende sul solaio ammattonato di cotto come se il torrenziale ai monti avesse tinto di terra vergine l’acqua di questo apparito torrente. Fu uno spettacolo breve ché a Seravezza il sole sparisce presto: si inabissa dietro i monti di Corvaia.

( Enrico Pea, Il romanzo di Moscardino – Parte Terza: Magoometto, pag.292/296, Elliot Edizioni, 2008 )

43.994113 10.230096

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog