Il gruppo del Monte Altissimo
In cima al monte, contrafforte del nostro colle, quasi a cavallo del versante di là, c’è una Maestà, rivolta alle Alpi. Di lassù si scorge il Procinto che occulta il Monte Forato. A destra, la Prana e il Gabberi. A sinistra, la Pania e l’Altissimo. Il di dietro della enorme nicchia che custodisce l’immagine di Maria, guarda il nostro colle e il mare. E’ una costruzione di bozze di marmo all’usanza romana, tolte dalle cave vicine. Il sole le ha imbiancate, e il vento marino, che arriva fin quassù, quando soffia forte dalla Libia, ancora carico di sabbia, ha smerigliato le bozze, forse, nel corso dei secoli, come se fossero state arrotate dalla mano dell’uomo. Pulite e discretamente levigate, le pietre, sono diventate cartigli per dichiarazioni d’amore. L’inverno, la pioggia e il vento, cancellano le parole scritte col carbone, da chi è stato quassù a primavera, a segnare su quei bozzati al sole, nomi a coppia e date memorabili.
(Enrico Pea, Solaio, Sansoni, 1941, pag. 35)
Pania della Croce – Veduta dall’alto