È la più grande promessa della ginnastica artistica italiana. Una speranza (o una sicurezza) su cui tutti scommettono tantissimo. Una stellina che già brilla nell’Universo magico della Polvere di Magnesio. È la prima azzurrina ad aver conquistato un oro europeo juniores (nella rassegna di Bruxelles 2012). È una classe 1998 da far girare la testa per la bravura, per la simpatia, per la freschezza e per l’impegno che mette in tutto quello che fa. E, soprattutto, per un talento incredibile. È semplicemente Enus Mariani: un nome, una certezza. Perché Enus vuol dire Campionessa (citando Ilaria Leccardi). Una ragazza come tante, senza grilli per la testa: studiosa e appassionata di disegno (i suoi ritratti sono stupendi, da vera pittrice). E sabato la vedremo in gara a Mortara per i Nazionali di categoria (per lei gli juniores con Meneghini, Mori, Ugrin, Leolini e compagnia).
In esclusiva per Olimpiazzurra il folletto della Pro Lissone: Enus Mariani si racconta a 360° gradi.
Sei ritornata in pedana al Grand Prix di Cagliari. Non era una competizione ufficiale, ma ti abbiamo visto in buone condizioni. Sensazioni dopo mesi di allenamento?
“Considero il mio rientro come qualcosa di veramente speciale, una vera emozione. È stato bellissimo, tutto quel pubblico: non potevo chiedere di meglio. Ho provato combinazioni nuove che andranno ancora studiate e perfezionate per bene”.
Enus Mariani incontra Enus Mariani. Con che aggettivi la descriveresti?
“Enus Mariani è una testona, una crapona (in dialetto brianzolo sostanzialmente sinonimo di testona, ndr), una zuccona. Una mai soddisfatta di sé stessa. È una ragazza che non conosce il verbo arrendersi: né a scuola né in palestra. Sincera e leale verso gli altri. È casinista e taciturna. Insomma è un miscuglio di emozioni”.
Sei mesi fa hai vinto un incredibile titolo europeo juniores, ma hai tenuto l’emozione tutta dentro di te. A distanza di tempo ti va di ripercorrere con noi quelle due giornate momento per momento?
“Avevo paura, molta paura. In qualificazione ero tesissima. La mia testa non funzionava ed ero bombardata da tutto il nuovo intorno a me: il campo gara rialzato, tutti quei giudici, i monitors, le luci… Infatti ho sbagliato e sono caduta sia alle parallele che alla trave. Grazie a Dio mi sono riavuta un pochino e sono riuscita a passare.
Nella finale individuale la mia paura era svanita. Ero lì e volevo dare il massimo. Ho cercato di fare del mio meglio. Ed è incredibilmente riuscito tutto proprio come volevo: ho raggiunto un attesissimo e importantissimo obiettivo. Che quasi mi ha lasciato senza parole.
La finale per attrezzo è stato tutta un’altra cosa. Al volteggio mi sono classificata quinta e al corpo libero ottava: sono uscita dal quadrato ed ho toppato la terza diagonale”.
Sei stata la prima italiana ad arrivare così in alto: in precedenza Adriana Crisci e Vanessa Ferrari si erano fermate all’argento. In un modo o nell’altro sei già nella storia dell’artistica nazionale…
“Assolutamente no. Non do peso a quello che ho fatto: non si è mai arrivate troppo in alto per poter dire ce l’ho fatta”.
All’oro individuale dobbiamo ovviamente aggiungere uno storico argento a squadre. Che diversità c’è tra le due competizioni?
“Quando gareggi individualmente la responsabilità di ciò che fai è solo tua: sbagli e il tuo risultato cambia… Quando si è in squadra il tuo errore può compromettere il lavoro di tutte le altre”.
Parliamo un po’ delle tue compagne. Per che caratteristiche si distinguono l’una dall’altra? Immagino che voi siate molto affiatate…
“Le mie compagne sono delle vere amiche. In gara ci aiutiamo e ci confortiamo a vicenda. Per me sono tutte uguali quando si è in campo. Poi, naturalmente, quando si esce, capita di chiacchierare più con una che con l’altra… Io, però, le adoro tutte: sono una parte importantissima della mia vita”.
Il nostro Paese ha sfornato una nidiata pazzesca (’97-’98) di ginnaste davvero promettenti (Meneghini, Mori, Leolini, Ugrin, etc.). Dove possiamo concretamente andare con questo team di piccoli talenti?
“Bella domanda. Diciamo che per ora siamo ancora piccole. Anche le nostre senior erano come noi, poi il tempo e gli infortuni hanno fatto il resto. Dobbiamo solo sperare di andare avanti così”.
Il tuo attrezzo preferito sono le parallele. Come ti sei appassionata alle asimmetriche e perché si adattano così bene alle tue caratteristiche?
“Le parallele mi sono sempre piaciute. Paradossalmente non le ho mai considerate troppo alte come invece capita spesso. Mi hanno sempre affascinato. Loro ed io: che amore… (ride, ndr). Forse si adattano a me, perché io non le sfido e cerco solo di adeguarmi a loro”.
Sta girando su Internet una tua nuova combinazione (cliccate qui per leggere l’articolo e vedere il video). Maloney + Tarzan + Stalder. Tra l’altro l’hai proposta proprio a Cagliari aggiungendoci uno Jaeger…
“Provo combinazioni nuove quasi tutti i giorni. Alcune, molto probabilmente, non le porterò mai in gara. I miei allenatori, giustamente, dicono di imparare e mettere da parte: non si sa mai quello che può servire”.
Il video è stata girato al PalAlgeco da Enrico Casella. Che consigli ti ha dato? Quanto è importante avere l’opportunità di fare degli allenamenti in una struttura del genere?
“Allenarsi al PalAlgeco penso sia il massimo in Italia. Io mi alleno a Brescia tre volte alla settimana, sotto l’occhio vigile dell’ingegner Casella. Enrico è il migliore allenatore che abbia l’Italia ginnica ed uno dei più bravi allenatori del mondo. Faccio tesoro di ogni suo consiglio, non mi stanco mai di ascoltarlo e voglio solo mostrargli che posso fare bene, un suo cenno di consenso col capo mi rende felicissima”.
So che è anche capitato di uscire con Vanessa Ferrari. Cosa ci dici di lei? Hai imparato qualcosa dalla Campionessa?
“Vanessa, per me, è come una sorella. Le voglio molto bene e ci troviamo bene insieme. Da lei ho tanto da imparare. Quando mi alleno alla Brixia è il mio punto di riferimento. Mi piace guardare la sua bravura ad ogni attrezzo, la sua grinta, la sua voglia di fare. Quando ero piccola, la vedevo come una persona irraggiungibile ed ora mi capita di uscire con lei. È semplicemente fantastica”.
A Lissone, invece, ti allenano Massimo Gallina e Federica Gatti che hanno letteralmente tirato su la Pro. Quanti c’è di loro nei tuoi successi?
“Loro sono il mio TUTTO. Ho incominciato da loro nel 2007 e praticamente mi hanno formata. Avevo 9 anni quando sono arrivata alla Pro: mi hanno accolta come una figlia, mi consigliano, mi aiutano, mi sgridano… ma sono fantastici e li adoro”.
Molti dicono che, anche se hai solo quattordici anni, sei già una vera e propria leader capace di trascinare il gruppo. Quanto c’è di vero in questa affermazione?
“Non lo so. Probabilmente perché mi si vede abbastanza decisa, anzi molto decisa, ma il nostro ruolo in squadra è paritario. Non ho mai paura a dare una mia opinione e non cambio idea facilmente. Soprattutto porto avanti il mio pensiero senza temere le conseguenze. Accetto consigli e chiedo scusa se sbaglio”.
Nell’ultimo periodo sto facendo una serie di articoli sull’importanza della base musicale al corpo libero. Ti andrebbe di parlarci del tuo esercizio? So che ci ha messo lo zampino quella maga di Rodica Demetrescu…
“La base musicale è importantissima. Mi piacciono le musiche che partono lente e poi diventano ritmate. Adoro gli esercizi inusuali, originali, particolari. Mi piace, quando il pubblico partecipa. Adoro muovermi seguendo passo a passo la musica. Il mio esercizio è stato creato interamente da Rodica. L’ha inventato per me, studiando ogni singolo movimento per il mio fisico. Rodica è, come dici tu, una maga!”.
Su trave e volteggio invece cosa ci dici? Elaborato qualche novità interessante?
“Sto lavorando su entrambi gli attrezzi. Per il momento top secret”.
Quali sono il tuo punto di forza, il tuo punto debole e la tua paura più grande?
“Il mio punto di forza? Il mio carattere.
Il mio punto debole? Il mio carattere.
La mia più grande paura? Il mio carattere”.
Sei leggera, precisa, con linee invidiabili. Nella ginnastica moderna si può trascurare la potenza oppure è un elemento talmente imprescindibile?
“Te lo dico in poche parole: senza potenza non si salta e non si arriva in alto…”.
Il tuo perfezionismo quasi maniacale è un’arma a doppio taglio. Tu lo vedi come un pregio o un difetto?
“Mi piace la perfezione. Sinceramente non l’ho ancora trovata, ma… ci sto lavorando. Adoro le punte tiratissime, le ginocchia tese, mi piacciono le aperture ampie ed i salti alti. Cercare la perfezione, per me, è un pregio.. Non bisogna MAI accontentarsi”.
A che punto sei della preparazione e che obiettivi ti poni per la prossima stagione? C’è anche un Assoluto da bagnare visto che l’anno scorso l’hai saltato per gli esami di terza media…
“Lavori in corso per quanto riguarda la preparazione. Gli Assoluti? Spero nel prossimo anno. Gli esami di terza media sono stati la chiusura di un ciclo scolastico importante per la mia formazione culturale. Peccato siamo capitati proprio negli stessi giorni di una gara importantissima”.
Guardando un po’ più lontano invece? Io ti ho inserita nella lista delle candidate per Rio…
“Eh, eh. No comment. Incrociamo semplicemente le dita”.
Cosa ci dici invece dei problemi che sta accusando la tua schiena dovuti alla crescita?
“Mi sono alzata di 12cm in un anno e mezzo: semplice. Mi spiace per quelli che pensavano che avrei smesso (e lascia giù una delle sue risate travolgenti, ndr)”.
Cosa ti aspetti, invece, dal passaggio tra le seniores che avverrà nel 2014?
“Non mi aspetto nulla: lavorerò come sempre. E se arriverà qualche risultato importante lo amerò ancora di più”.
Quali sono i tuoi idoli sportivi e a che modelli ti ispiri?
“Vanessa, indubbiamente. Poi come modello mi piacciono molto le americane per la potenza e le russe per l’eleganza”.
Volete provare a fare ginnastica? Cliccate qui per vedere le società che hanno aderito all’iniziativa di Olimpiazzurra.
(ringraziamo Enus e la sua fan page ufficiale. La foto è presa direttamente dal profilo Facebook della ginnasta: un momento spensierato fuori dalla palestra in cui si mostra in tutta la sua bellezza)
OA | Stefano Villa