Dai creatori de L’era glaciale e Rio un nuovo cartone animato-vaccino per allontanare il male, peccato che l’effetto non persista …
Pensate mai che noi esseri umani sopravviviamo in questo eco-sistema grazie alla flora? La natura, oltre a regalare scenari stupendi, di cui spesso non godiamo le bellezze per mancanza di tempo o perché le città sono colate di cemento, ci fa respirare e ci dona i frutti della terra, è in sostanza il motivo per cui noi ancora siamo su questa Terra. E se ci fosse qualcuno o qualcosa a proteggere la natura da attacchi esterni? Magari una società avanzata di piccoli esserini che oltre a combattere i calpestatori (gli esseri umani) cercano di difendersi dalle larve, i bogani, che vorrebbero un mondo fatto di marciume e oscurità. Mary Catherin non crede che questo mondo fantastico possa esistere, ma presto dovrà rivedere le sue convinzioni e dare una chance a suo padre che ha giocato la sua credibilità per inseguire questi esserini che ci proteggono.
Epic è un’avventura d’animazione digitale che rielabora la contrapposizione tra bene e male, a metà tra il fantasy e l’ambientalista. Molto bello ed intelligente l’inizio del film in cui si vede una natura digitalizzata, ma anche incontaminata, da osservare e coglierne la magia. Una nobile causa quella della salvaguardia ambientale da cui prendere spunto per una storia d’animazione, soprattutto se offerta alla sensibilità di un pubblico ancora in via di formazione, i bambini cittadini della Terra del futuro. Peccato però che i personaggi di questo film siano eccessivamente stereotipati a partire dalla buonissima ed esoticissima Regina Tara (la regina della Natura n.d.r.), insopportabilmente gigiona e soprattutto fastidiosamente doppiata da Maria Grazia Cucinotta, fino a Nod ribelle e intransigente che decide di fare una vita da mercenario ma poi si ritrova combattente dei Leafmen. Personaggi senza anima che insieme alla protagonista MC e Ronin, per non parlare del panzone Nim Galuu, non faranno vendere nemmeno un gadget. La coppia di lumaca e lumacone, doppiate da Lillo e Greg, funziona a singhiozzi, ma ciò che resta di più è sicuramente sono le loro sbavanti battute, insieme al simpaticissimo carlino a tre zampe.
A parte qualche dialogo e scena da non sottovalutare, e alcuni momenti ilari, Epic scivola via velocemente e senza lasciare solchi profondi. Anzi pone
interrogativi che un cartone animato non dovrebbe mai porre, soprattutto se ha a che fare con la sfera fantastica, nella fattispecie: com’è possibile che una lente dia la possibilità di vedere questi esseri che si muovono alla velocità di insetti, impossibili da catturare alla vista umana, in tempo reale? Un trasformatore ottico che altera il tempo ma lo fa conservando lo scandire delle lancette umane? No è proprio impossibile. Certo i più piccoli non si domanderanno nulla di tutto questo – ma questo film lo vedono anche i grandi – ma usciranno dal cinema senza essersi affezionati a nessuno di questi personaggi, ne sono certa. Il motivo per cui asserisco questo è con probabilità dovuto ad una sceneggiatura rocambolesca e scollata là dove dovrebbe abbracciare con un po’ di sentimento tutti i personaggi che compaiono nella pellicola. Un plot che non si sofferma sui momenti di maggior pathos e non innesca quel meccanismo di empatia che i personaggi di fantasia dovrebbero almeno in teoria offrire su un vassoio d’argento.
Probabilmente Epic è un tipo di vaccino già passato, che non ha più effetto su noi esseri umani. Forse quelli della Blue Sky Studios l’hanno recuperato dalle ere arcaiche in cui si muovevano meglio.
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