La “Lettera a Pitocle” di Epicuro, è appunto una delle tre lettere pervenute a noi integralmente, dove il filosofo greco utilizza lo spazio a lui offerto per discorrere sull‘osservazione e lo studio dei fenomeni celesti.
Come è ben possibile immaginare, Epicuro non dà risposte certe a determinati fenomeni, come il giorno o la notte, ma come è suo solito fare, ipotizza varie spiegazioni razionali, dove è totalmente assente la figura del divino.
Per esempio, si avvicina molto a conoscenze che tutt’oggi sono ben salde nell’immaginario comune e scientifico, come che l’eclissi lunare possa essere un interposizione di un pianeta tra terra e luna, o che la durata delle giornate sia determinata dalla distanza dal Sole rispetto alla Terra.
Deduzioni che, insomma, denotano l’alta genialità di quest’uomo, e riconfermano come quello greco fosse un popolo davvero ricco di risorse intellettuali.
Epicuro, filosofo greco.
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