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Epurazioni e strategia in casa 5 stelle

Creato il 27 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
Epurazioni e strategia in casa 5 stelle feb 27, 2014    Scritto da Giacomo Conti    Attualità, Politica 0

Epurazioni e strategia in casa 5 stelle

Cinque senatori “dissidenti” sono stati espulsi dal Movimento 5 stelle a seguito di una votazione popolare sul sito dello stesso, ormai luogo frequente di quesiti quasi referendari che però non ottengono mai una partecipazione, in termini di numeri assoluti, eccezionale: anche questa volta, i votanti non sono stati che 43.000. Circa i due terzi di questi si sono espressi a favore dell’espulsione, sancendo di fatto la volontà del “popolo del web” tanto caro a Beppe Grillo sin dalle origini.
La mossa non stupisce, e dimostra certamente una linea di coerenza dura e pura che il Movimento a buon diritto sbandiera.

E queste epurazioni giungono per l’appunto a confermare un andazzo sempre più integralista nelle posizioni dei cinque stelle, che avendo come perno Renzi avevano dato prova, attraverso Beppe Grillo alle consultazioni prima, e per via dei suoi parlamentari poi, di essere totalmente refrattari ad ogni ipotesi non solo di accordo, ma anche e solo di dialogo, quasi come se non volessero più macchiarsi le mani anche solo stringendole con quelle di quelli che da loro sono considerati infetti.

Una presa di posizione molto netta che giunge in un periodo di già accesa contestazione da parte del movimento, che si è acuita tanto più quanto più è stato vicino alla Presidenza del Consiglio Matteo Renzi.Il “caso Boldrini” prima, poco dopo che si conclusero le primarie del PD, gli accesi interventi quasi diventati virali di Roberta Lombardi subito dopo, l’exploit a Sanremo di Grillo, a pochi giorni dalla conferma del nuovo governo Renzi, e poi lo streaming per persone dallo stomaco forte, la conferenza stampa accesa e quasi insultante, per finire, a governo Renzi fatto, con le epurazioni dei senatori.

Questa tipica strategia politica consiste in un inasprimento della dottrina del partito, che tende a volre conservare i voti “certi” dei fedelissimi, a discapito di quelli “incerti”, appartenenti a persone dubbiose, molte delle quali, nel caso attuale, sarebbero state pericolosamente in bilico tra la contestazione “a cinque stelle” e il nuovo che avanzava di Matteo Renzi. Se i primi con Renzi non hanno mai pensato di avere nulla a che fare, e sposano appieno la causa del Movimento e l’epurazione totale non solo dei dissidenti ma anche di tutta la classe politica attuale, i secondi sono invece più cauti nel dare appoggio incondizionato a Grillo e ai suoi: sì, forse qualche volta il voto l’hanno dato, o hanno seguito il blog, o magari sono diventati perfino attivisti politici sotto la bandiera gialla e le cinque stelle, ma in fondo l’idea di pace e concordia ispirata da Renzi a loro piace, sono disposti a cancellare la parola “inciucio” dalla loro testa e a guardare avanti speranzosamente al futuro. Un futuro che è incompatibile con quello prefissato dal Movimento.

Ecco dunque che la polarizzazione dello scontro e l’intergralismo (nel senso neutro del termine) circa molte idee diventano potente strumento di consolidamento del consenso. La scelta è quella di rinunciare a una parte di voti per ritenerne quanti più possibili di quell’elettorato attivo già fedele, o estremamente scontento e critico degli altri partiti.
Difficilmente il Movimento 5 Stelle risalirà nei sondaggi, almeno nel breve termine, e difficilmente scenderà. Si assesterà ad una percentuale media, più o meno alta a seconda del numero di profondi scontenti, o profondi critici ma fiduciosi nel futuro prospettato da Grillo. L’epoca del “primo partito”, in ogni caso, è archiviata.


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