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Mentre Equitalia non si muove, il governo fa dietrofront. Tema caldo: l’aggio inalterato all’8 %. Un vero e proprio salasso, se solo si pensa che l’aggio è l’extra applicato sul totale del credito che l’agenzia stessa percepisce nell’atto della riscossione.
Ciò che più fa rabbia è, però, il dietrofront del governo, dopo le buone intenzioni maturate in passato, ovvero l’abbassamento dell’aggio al 4%, e dunque garantendone la riduzione fino alla metà.
Ma niente di niente. Il governo si trincera ancora una volta dietro la questione dei conti di Equitalia, conti che impedirebbero per l’appunto di proporre un taglio netto dell’aggio. In altri termini non cambierà nulla sul fronte «fiscale», così rimarrà inalterata la percentuale sui tributi riscossi per conto dello Stato.
La riduzione al 4%, tuttavia, era già stata prevista con la legge 135/2012 e i relativi decreti. Sebbene la legge si muovesse sull’onda della spending review, oggi come oggi non si assisteranno a modifiche in casa Equitalia. Alberto Giorgetti, sottosegretario alle Finanze, durante un «question time» alla Camera ha spiegato esplicitamente come Equitalia non possa affatto permettersi il «lusso» di un taglio così radicale. La riduzione al 4% porterebbe a un vuoto di 200 milioni di euro.
In conclusione, il tema dell’aggio di Equitalia sarà rinviato sine die. Un giorno – forse – il governo sceglierà di trattarlo.