Sono al momento in Italia, commenterò il pacchetto quando avrò esaminato le proposte nella loro interezza: tra l’altro presentate solo in forma orale e sommaria da Erdoğan. Ci sono stati ovviamente commenti su tutti gli organi di stampa del mondo, un amico ha segnalato sulla sua pagina Facebook quello del Sole 24 Ore: in cui, in virtù della preannunciata abolizione del divieto di indossare il ‘velo’ negli edifici pubblici, è stato proposto un bizzarro parallelo tra la Turchia… e l’Iran! E chiunque abbia messo piede in Turchia anche per mezzo pomeriggio sa che si tratta di una scemenza: scritta però sul quotidiano economico della Confindustria e non su di un sitarello islamofobo.
Turchia, Erdogan revoca il bando del velo dagli uffici pubblici
La Turchia si sta dirigendo va passi veloci verso il modello iraniano, dove il velo per le donne è obbligatorio in ogni luogo all’aperto, passando dalla abolizione del divieto di portarlo all’interno delle istituzioni pubbliche. È la fine della laicità kemalista che per 70 anni aveva tenuto il paese sul Bosforo agganciato alla modernità e all’Occidente. Ed è la fine ingloriosa di un esperimento che non mancherà di provocare nuove proteste.
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Non mettere il velo nei luoghi pubblici sarà d’ora in avanti un chiaro segnale di diversità in un paese che al 99% è musulmano.
Lo faranno solo le donne cristiane, ebree o quelle poche laiche che avranno i coraggio di esporsi. Un brutto segnale per un paese sempre in bilico tra oriente e occidente, un segnale inquietante che sta a significare come Erdogan sia pronto a colpire qualsiasi tentativo di dissenso e di vivere in modo laico rispetto ai costumi religiosi della maggioranza della popolazione islamica.