(scritto PRIMA che fosse diffusa su Youtube la registrazione della conversazione - del 13 marzo - tra i vertici politici e militari: il cui contenuto conferma la mia analisi...)
Istanbul - Al confine tra Turchia e Siria la tensione è alle stelle, e il rischio è che l'instabilità della guerra civile siriana si diffonda inarrestabilmente all'interno del territorio turco. Gli ultimi accadimenti sono più o meno noti, tutti inquietanti: non solo l'abbattimento di un jet di Damasco - domenica 22 marzo - per aver apparentemente violato lo spazio aereo di Ankara, ma anche e soprattutto due operazioni in cui sono stati coinvolti - a Nigde, a Istanbul - dei militanti jihadisti dell'ISIS (Stato Islamico in Iraq e nel Levante).
La scorsa settimana, infatti, uno scontro a fuoco a un posto di blocco ha fatto tre vittime. Il 25 marzo un'operazione anti-terrorismo è stata condotta nel quartiere sulla sponda asiatica di Ümraniye, con qualche ferito. Tra gli arrestati, cittadini del Kosovo e della Macedonia, membri di una sorta di internazionale del terrore. Gli esperti temono attentati nella città sul Bosforo, e la mente torna agli attentati di Al Qaeda nel 2003, quando camion-bomba contro obiettivi "occidentali" provocarono oltre 50 morti e 700 feriti.
[...]
(per continuare a leggere, cliccate qui)
Questa voce è stata pubblicata in politica estera, Turchia. Contrassegna il permalink.