Stamattina è successa una cosa paradossale. Il mio ottantenne padre si è visto dare del neoanalfabeta nientemeno che (in prima pagina!) dal giornale che compra e legge quotidianamente da oltre mezzo secolo, alternandolo a riviste varie e alle decine di ottimi romanzi che si divora ogni anno. È un po’ come se il tuo cantante preferito ti dicesse che sei sordo nel bel mezzo del ritornello della canzone che stai ascoltando…Secondo l’emerito estensore dell’articolo, approssimativo e superficiale portavoce della nuova arroganza tecnoglionita, è solo questione, ovviamente, di frequentare o non frequentare internet, considerato non un diverso mezzo o diverso luogo, ma nientemeno che un nuovo linguaggio, rivoluzionario ed “escludente” come il passaggio dal latino all’italiano. Voi che come me su internet bazzicate eccome, sapete benissimo che non è così: la cosiddetta navigazione non è preclusa a nessuno, ed è una semplice questione di averne o non averne voglia, curiosità, necessità o interesse. Io non sono più alfabetizzato di mio padre, così come non lo sono quei meravigliosi amici blogger più o meno della sua età che frequento, come non lo era quel suo splendido amico quasi novantenne che col computer si dilettava alla grande. A lui piaceva e interessava. A mio padre no. Punto.Voi ed io lo sappiamo: ci sono migliaia di persone che “navigano” per scrivere cazzate sgrammaticate col (non) linguaggio sms, per twittare rutti e peti, e soprattutto ce ne sono milioni che sul web ci vanno per far circolare video cretini divulgati su uazzàpp come catene santantoniesche per imbecillotti, per sbavare sciacallescamente su filmati cruenti, o per scaricare canzoncelle gratis, di cui a malapena riescono a decifrare il titolo prima di selezionarle, o per chattare mentre si menano l’uccello. Mandrie di e-gnu che non leggeranno un libro (né tantomeno un ebook) campassero duecent’anni.Voi ed io lo sappiamo: ma quale nuova lingua? Una volta entrati con un paio di clic, o peggio ancora di polpastrellate su uno schermo (alla portata di qualsiasi scimpanzé appena nato) l’alfabeto e la scrittura rimangono esattamente gli stessi. Non c’è bisogno di essere programmatori o laureati in ingegneria elettronica, come articolozzi di quel tipo indurrebbero a pensare. Una volta letta una cosa e cliccato su “commenta”, davanti a te avrai la stessa tastiera, con le stesse lettere, le stesse parole da comporre nella stessa vecchia lingua. Il punto è saperla usare, ma questo è tutt’altro discorso.Ma forse i veri neoanalfabeti sono quelli che ancora diffondono, nei loro puerili temini letti da milioni di persone, e per cui vengono pure pagati, questi assurdi obsoleti cliché, forse legati a un web “sognato” vent’anni fa, che non ha nulla a che vedere col web concreto e reale. Un’altra assurda espressione-chiave, che rivela il disarmante livello dell’articolo, è “Analogici fuori tempo massimo”: conosco tante persone intelligenti, ma, fra esse, le tre o quattro in assoluto più intelligenti (gente che insegna alla Sorbona, per dire) sono concordi nel dire che vogliono ri-diventare (nei limiti del possibile) appunto analogici. Il digitale assoluto, idolatrato e acritico è con ogni evidenza una roba da poveri schiavi bovini.Oggi non c’è nulla di più ragliante del tecnoglionitismo. Ma che questi ragli si trasformino pure in risate di superiorità e arroganza, è veramente il colmo. C’è un solo giusto messaggio in tutto quell’articolo: noi alfabetizzati siamo sempre di meno, e forse addirittura scompariremo. Ma la discriminante non è certo la connessione web. Anzi.Forse sbaglio io a prendermela: in fondo, stringi stringi, era solo il solito vuoto polpettone statisticheggiante: peccènto di qui, peccènto di là, peccènto nel nord, peccènto nel sud… (addirittura ci si preoccupava per la bassa percentuale di connessioni dei bambini fra i 6 e i 10 anni! Roba da matti!) Comunque, se quel giornale avesse una dignità, pubblicherebbe pure articoli in senso contrario, come quel meraviglioso “Miss Appman si pappa il pensiero” (non ricordo l’autore… :D) che solo voi privilegiati avete potuto leggere su un certo blog, naturalmente gratis. E invece, pubblicano menate di questo tipo.Che sia perché dietro c’è il solito “indotto”? L’altro giorno una gentile ragazzuola mi ha disturbato al telefono per propormi un “corso di computer” a pagamento… Ancora i corsi di computer!!!! Quando se a mio padre venisse la voglia potrei insegnare tutto io in due minuti, e gratis!!!!Il babbo ha detto che continuerà a comprare quel giornale.Però c’è rimasto maluccio.