Magazine Diario personale
Il sensodicolpismo antioccidentale sta perdendo ogni ritegno. In preparazione della melassa terzomondista e pauperista che ci sommergerà in occasione di expo 2015, qualcuno è arrivato a veicolare messaggi di puro terrorismo morale del tipo “per ogni persona obesa ce n’è una che muore di fame”. Detto così, papale papale (papestre papestre). Uno slogan che mi è toccato vedere anche su riviste intelligenti come Internazionale.Un modo decisamente brutale, irresponsabile e superficiale di far sentire in colpa delle persone innocenti, facendo addirittura balenare (ma guarda un po' che verbo grasso ho scelto) una relazione di causa-effetto.Come se ogni obeso (che magari ha già problemi di salute suoi, e non sempre è obeso perché si abbuffi) fosse direttamente e automaticamente un assassino! Per non parlare della piaga dei bambini sovrappeso, vittime precoci di un sistema iperconsumistico e pubblicitario, vero DOPPIO killer degli obesi e degli affamati (e dei tecnoglioniti in fasce: i Dead Digital).
E nessuno che abbia il coraggio di far passare messaggi meno boldrineschi, più corretti e quindi più scomodi. Del tipo: se muori di fame e hai 42 fratelli, probabilmente l’assassino è tuo padre. (Magari in concorso con chi ha deciso che munirlo di smartphone fosse più urgente e più vantaggioso che munirlo di Preservativi).
Ma del resto è una strategia, un meccanismo perverso, che già conosciamo, lo stesso della "beneficenza" ricattatoria e dell'accat-tonaggio aggressivo, lo stesso della politica populistico-pauperista: gli straricchi (con gran faccia tosta) fanno il lavaggio del cervello ai poveri e ai semipoveri, per farli sentire in colpa nei confronti dei poverissimi. Così loro possono lavarsene le mani e la coscienza: da fautori dello scempio si trasformano in capoclasse.
Parliamoci chiaro: se il pianeta fosse all'insegna della cooperazione e della fratellanza, nessuno morirebbe di fame. Ma proprio per questo, perché scassare la minchia ai fratelli obesi, facendo incazzare anche me che sono magrissimo?
E adesso, come antidoto al dilagare del politistronzocally correct, gustiamoci un po’ di buon vecchio Totò. Buon appetito.
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