Magazine Diario personale
LA CARICA DEI MISALFABETI
Leggo sempre più spesso di (rovinosi) “progetti per giovani” fatti passare per intelligenti. Ad esempio: “Videogiochi in biblioteca”. Che per me è un po’ come dire “Dvd porno in chiesa”. Il diavolo e l’acqua santa, insomma. Gli opposti che NON si attraggono. Ma nemmeno un pochino. I soliti ingenui positivoni risponderanno che intanto così si attirano i gggiovani tecnoglioniti e dealfabetizzati in biblioteca, e che poi magari da cosa nasce cosa. Certo, se vogliamo continuare a prenderci in giro da soli… Anche distribuendo spinelli gratis in pinacoteca vi si attirerebbe marmaglia. Salvo poi stupirci perché invece di fermarsi a guardare i quadri quelli li rompono, li sfregiano o li rubano, o ci pisciano sopra… Ho già assistito a esperimenti simili: il solo risultato è che potete scordarvi l’idea di biblioteca come rassicurante oasi di sacro silenzio: adesso regna il casino anche lì. Dice “ma gli psicologozzi ufficiali hanno dato il nulla osta ai giochini, dicendo che sono altamente educativi e formativi, un’ottima ginnastica per la mente”. Ah be’, ma allora…
E a proposito del deprimente livello di dealfabetizzazione italiota: l’altro giorno mi sono messo casualmente a leggere (senza inten-zioni ciniche, lo giuro) i commenti a una tragica notizia di malasani-tà sul sito di una nota agenzia di stampa. Il primo commento era di un poveruomo che esordiva con «Chi fa’ questi errori…» e finiva con «… un’altro inpiego». Ma non è questa la cosa clamorosa. La cosa clamorosa è che un altro tizio, che oltre al proprio nome teneva a sbandierare l’appartenenza a una prestigiosa Università, non solo interveniva per fare il saputello correggendo “inpiego” con “impiego” (come se fosse stato quello il punto in un frangente simile) ma, cosa incredibile, correggeva SOLO «inpiego», come se persino in ambito universitario «chi fa’» e «un’altro» non costituis-sero un problema!!
Per non parlare di circuiti più plebei, tipo forum di tifosi. Su uno mi è capitato di leggere che un certo terzino “non c’è la fa”. Perché la doppia tristezza del neoanalfabeta è che egli (esso?) finisce squallidamente con lo sbagliare complicando le cose invece di semplificarle…
Vi propongo infine l’ennesimo neologismo zioscribesco (quando diverrà di moda, ricordate che l’avete letto per la prima volta qui): MISALFABETA! Sono infatti sempre più numerosi gli italioti che scrivono dappertutto, quotidianamente, pur non padroneggiando o addirittura apertamente DISPREZZANDO le regole della scrittura! Ma il guaio è che misalfabeti stanno diventando anche i cosiddetti “educatori”: basti vedere il triste destino delle materie umanistiche nelle nostre sqhuole, ormai volte a formare, anziché Uomini, solo schiavi efficienti e consumisti deficienti.